Che l’autocritica non sia proprio la maggior virtù del corrente governo lo si è capito ormai da tempo, ma ieri Giulio Tremonti ha pensato bene di ribadire questo marchio di fabbrica dell’esecutivo nel corso della conferenza stampa di presentazione del cosiddetto decreto anticrisi, il provvedimento varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri che prevede fra l’altro lo sblocco delle risorse per la pubblica amministrazione nonché la nuova normativa sulle commissioni bancarie.
Al ministro dell’Economia è stato chiesto conto dell’andamento delle entrate fiscali, un tema cruciale per il traballante bilancio dello Stato, reso ancor più delicato dalla recente ammissione del presidente del Consiglio che ha parlato «di 37 miliardi in meno dal gettito tributario rispetto allo stesso periodo del 2008». Ebbene, piuttosto che ammettere la difficoltà Tremonti ha preferito un arduo esercizio dialettico. «L’andamento delle entrate fiscali è in linea con le nostre previsioni – ha dichiarato -, viene monitorato costantemente ed è allineato con gli altri Paesi».
SBLOCCO DI RISORSE
Quanto alle parole pronunciate da Berlusconi, il responsabile del Tesoro ha precisato che i dati forniti dal premier «comparavano la situazione presente con quella vecchia ma molto è cambiato. Le nostre previsioni – è stata la sua criptica conclusione – sono rispettose del calcolo del deficit allineato con il ciclo economico».
In relazione al decreto anticrisi, Tremonti ha sottolineato lo sblocco dei pagamenti alla pubblica amministrazione che, insieme alla legge di assestamento, produce un effetto complessivo per 23 miliardi di euro. Soldi molto attesi anche dal settore privato, ovvero dalle molte imprese in attesa di ricevere il corrispettivo per il proprio lavoro appunto dalla pubblica amministrazione.
Un altro elemento cardine del provvedimento anticrisi è rappresentato, come detto, dalla nuova normativa sulle commissioni bancarie. Grazie al contenimento dei costi, a partire dal massimo scoperto, per famiglie e imprese ci dovrebbe essere un risparmio pari a 2 miliardi di euro, almeno secondo le stime effettuate dallo stesso Tremonti nel corso della conferenza stampa.
VIGILANZA SULLE BANCHE
Quanto alla rischio che gli istituti di credito tentino di aggirare le norme sul contenimento dei costi delle commissioni bancarie, il ministro ha assicurato che non ci saranno sorprese: «Pensiamo che la dialettica con le banche porti a dei risultati – ha spiegato Tremonti -. In ogni caso se verifichiamo che le norme introdotte vengono aggirate interverremo. Pensiamo comunque che non saranno aggirate. Del resto mica possiamo fare interventi sovietici».
L’Unità, 1 luglio 2009