Meno burocrazia e consumo del suolo, più risparmio energetico e sicurezza antisismica. Garantite quote importanti d’edilizia sociale. Muzzarelli: “Città più inclusive e sostenibili”. Nuove norme urbanistiche che mettono in primo piano la riduzione della burocrazia, la qualità delle costruzioni, il risparmio energetico, la sicurezza sismica e la garanzia di quote di edilizia residenziale sociale. Sono queste alcune delle novità introdotte dalla nuova legge urbanistica “Governo e riqualificazione solidale del territorio” approvata dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna.
“Abbiamo messo un importante tassello per avere, in futuro, città più pubbliche, inclusive e sostenibili riducendo al contempo il consumo di territorio” ha commentato Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale, e ha aggiunto: “Con queste norme, frutto di un ampio lavoro di confronto e condivisione con la comunità emiliano-romagnola, si accorcia la filiera decisionale e si chiariscono le responsabilità nelle scelte”.
La modifica – che raccorda e armonizza le norme contenute in due precedenti leggi regionali, la 19 del 1998 e la 20 del 2000 – rivede il sistema della tutela e governo del territorio, per migliorarlo, semplificarlo e integrarlo alla luce dell’esperienza applicativa dell’ultimo decennio, per metterlo a disposizione, nel suo insieme, del rilancio dello sviluppo, anche economico, della comunità regionale. Le norme consentono maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte di riqualificazione urbana, una semplificazione delle procedure e riduzione dei tempi per quanto riguarda le opere pubbliche ma anche una crescente cooperazione tra la Regione ed gli Enti locali, soprattutto in forma associata, per promuovere l’attività di pianificazione urbanistica insieme a una maggiore attenzione alla tutela del territorio.
La Regione Emilia-Romagna ha inserito, tra l’altro, all’interno di un più ampio processo di revisione delle proprie norme urbanistiche il recepimento dell’ “Intesa tra Stato, Regioni e gli Enti locali, per individuare misure che contrastino la crisi economica mediante il riavvio dell’attività edilizia” (siglata il 1° aprile 2009). Su questa parte sono state previste misure di accelerazione dei processi edilizi, tenendo conto del sistema delle regole e dei processi di pianificazione che sono una ricchezza e un valore della nostra regione. Inoltre si è introdotto a regime – sia per i diciotto mesi di validità dell’intervento straordinario sia per gli anni successivi – un sistema che favorisca lo sviluppo delle attività produttive già insediate nel nostro territorio, qualora vogliano investire per ampliarsi e ristrutturare le proprie produzioni. Si tratta di una procedura accelerata di variante agli strumenti urbanistici, rispettosa dei ruoli istituzionali delle amministrazioni coinvolte e coerente con gli obiettivi di sostenibilità ambientale delle trasformazioni del territorio.
“La nostra azione – ha aggiunto Muzzarelli – è orientata a trasformare la proposta del Governo da una norma derogatoria a una vera e propria azione strutturale all’interno della legge urbanistica e di riqualificazione solidale del territorio.
Abbiamo voluto evitare che si inserisse, in nome della crisi, una deregulation devastante per il territorio. Quindi abbiamo puntato su un’azione che consenta di qualificare il patrimonio edilizio esistente in termini di efficienza energetica e sicurezza sismica con un sistema di premialità crescenti che tiene conto dei tre cardini fondamentali: regole, legalità, responsabilità”.
Il testo promuove la riqualificazione del territorio con un’attenzione particolare alla solidarietà alle persone con più difficoltà a risolvere il problema abitativo. Ogni intervento previsto nei “programmi di riqualificazione urbana” infatti dovrà garantire una quota di edilizia residenziale sociale non inferiore al 20 per cento, per giovani coppie, studenti, portatori di handicap, cittadini stranieri. Inoltre per abbattere i costi delle abitazioni, verranno istituiti demani comunali di aree edificabili per edilizia sociale ceduti dai nuovi interventi su aree di espansione. A questo scopo sono previste specifiche risorse regionali in favore dei Comuni.
Sul fronte della semplificazione delle procedure, novità sono previste in particolare per quanto riguarda le opere pubbliche. Per realizzare una strada, ad esempio, si unifica in un solo passaggio quanto prima era frazionato in tre-quattro procedure distinte (localizzazione, progettazione, valutazione ambientale e avvio dei lavori) mettendo quindi insieme tutti i momenti che vanno dal progetto preliminare fino al cantiere, compreso l’esproprio quando necessario.
Specifiche norme riguardano la pianificazione urbanistica comunale. L’obiettivo è favorire l’adozione dei Piani strutturali comunali, favorendo per i piccoli Comuni (con meno di 5 mila abitanti) che fanno parte di Unioni di Comuni l’approvazione in forma associata. Questi enti potranno, infatti, attribuire funzione di Piano strutturale comunale (il Psc) al Piano territoriale provinciale (Ptcp).
Si consolida anche il ruolo strategico del Piano territoriale Regionale, il Ptr, il quale assume univoca natura di piano di indirizzo circa gli scenari e obiettivi strategici di sviluppo della società regionale nel suo complesso, perdendo la possibilità di disporre prescrizioni di carattere territoriale. Di conseguenza, è rivisto il procedimento di formazione e approvazione del Ptr, differenziandolo e semplificandolo notevolmente rispetto agli strumenti generali a valenza territoriale della Provincia e del Comune, il Ptcp e il Psc.
1 luglio 2009