Mese: Giugno 2009

“L’abuso di Stato”, di Francesco Merlo

Questa volta è solo cafonaggine perché non ci può essere una giustificazione politica. Se è stata una concessione a Bossi, è stato comunque un gratuito sberleffo all´Italia istituzionale, fuori dai partiti e dalla politica, l´Italia vera. Si può infatti irridere all´avversario politico o magari anche all´alleato, ma Berlusconi durante la parata ha fatto le boccacce alla Repubblica che è la forma del paese, forma nel senso di Gestalt, dell´anima: la forma-sostanza di tutto. Davvero non c´entrano il torcicollo e la stanchezza. Guardate le foto (nessuno stavolta le sequestrerà), guardate la mimica facciale, guardatelo mentre parodizza il saluto militare, con le labbra a pernacchia, il finto sorriso di dileggio. Sembra davvero il clown descritto dal Times. La sola spiegazione, prima di addentrarci nella psicanalisi o nella geriatria, è che davvero abbia voluto strizzare l´occhio a Bossi che era assente perché lui, che è ministro delle Riforme, non vuole la res pubblica ma la res privata: ognuno con il suo territorio e uno sberleffo al due giugno che significa il referendum e i morti ammazzati, la guerra …

“Proteste sulla scuola, Gelmini contestata al raduno elettorale”, di Annachiara Sacchi

Dirlo, l’ha detto. «Sono solo quattro pirla che mi contestano e non sanno cos’è la democrazia». Non lo nega affatto, Mariastella Gelmini. Ieri pomeriggio era sul palco di Besana Brianza per sostenere il candidato sindaco del Pdl e, davanti a una trentina di contestatori e oltre trecento sostenitori, ha pronunciato questa frase. Ma vuole precisarne il senso: «Appena arrivata al comizio, sono stata pesantemente insultata dal solito gruppetto di sinistra. I ragazzi del Pdl si sono innervositi. A quel punto, per sdrammatizzare e smorzare i toni, ho fatto questa battuta. A microfono spento». La versione del ministro. Cui segue quella di insegnanti e genitori brianzoli che ieri erano lì, con i loro striscioni, a protestare. «Era una contestazione pacifica, non c’era nulla di violento. Avevamo un manifesto». Lo slogan: «Se la scuola è costosa oggi, chissà quanto ci costerà l’ignoranza domani». Anna, educatrice, continua il racconto: «I militanti della Lega e del Pdl ci fischiavano contro, sventolavano i loro bandieroni coprendo i nostri cartelli. Poi è arrivato quell’insulto, che è ancora più grave perché arriva …

“Disoccupati in Europa: mai così tanti da dieci anni”, di Giuseppe Vespo

Il lavoro nel giorno della Repubblica fondata sul lavoro. Principio fondamentale e precario. Non solo in Italia: ieri dall’Europa è arrivata la conferma che la disoccupazione continua a crescere in tutto il continente euromunito: ad aprile 9,2 per cento, cioè 14,579 milioni di disoccupati. Mai così dal 1999. Bruxelles ha dato l’ok alle misure prese dall’Italia per le imprese che si trovano in difficoltà finanziarie a causa della stretta creditizia. Così da consentire a governo, regioni e comuni di concedere aiuti sotto forma di tassi agevolati su prestiti contratti entro il 31 dicembre 2010. IL PEGGIO NON È PASSATO Praticamente tutti i settori sono toccati più o meno dalle congiuntura negativa. Vediamone alcuni, consigliati da un fonte istituzionale che tiene il polso della situazione e che esordisce dicendo che «per le piccole imprese il peggio non è passato, anzi». Partiamo dal made in Italy di qualità, dalla moda. Dietro le difficoltà del gruppo It Holding, che riunisce sotto di sè firme come Ferrè, Versace e Cavalli, c’è la crisi di migliaia di famiglie. A febbraio …

“I rischi della normalità”, di Luciano Gallino

Da qualche tempo si vanno moltiplicando le dichiarazioni di autorità, operatori economici ed esperti secondo le quali il peggio della crisi sarebbe passato. Se non la luce, in fondo al tunnel si scorge un fioco chiarore. Imprenditori e consumatori appaiono un po’ meno pessimisti riguardo al futuro. Il commercio mondiale pare stia risalendo. Da tutto ciò i dichiaranti deducono che si sta avvicinando la ripresa, il ritorno alla normalità della crescita per il nostro paese e per il mondo. Il rischio che i neo-ottimisti non vedono, o hanno deciso di non vedere, è che il peggior lascito della crisi sarebbe precisamente un ritorno alla normalità. La crisi esplosa nel 2008 nonè stato un incidente di percorso dell’economia mondiale. È stata piuttosto un’espressione di quello che per una trentina d’anniè stato giudicatoe lodato come il suo normale funzionamento. Era normale per il sistema bancario mettere in circolazione quasi 700 trilioni di dollari di derivati al di fuori delle borse, sì da renderli non rintracciabili dalle autorità di sorveglianza. Le quali, da parte loro, trovavano affatto normale …

2 giugno 2009. Per una Repubblica che rispetti le donne

Noi donne siamo una risorsa importante del Paese, dall’ambito familiare e sociale a quello professionale e istituzionale. Siamo in prima linea nell’impegno quotidiano di cura e di lavoro che svolgiamo con dedizione, competenza e serietà. Eppure oggi le donne assurgono agli onori delle prime pagine dei media se sono compiacenti verso i “potenti” e asservite ad un modello mercificato e lesivo dell’identità femminile. Se il presupposto è questo, per le donne italiane si prefigura un futuro difficile. Non solo per la crisi economica di cui pagano, più degli uomini, lo scotto nel mercato del lavoro, ma soprattutto per la strisciante corruzione che aleggia, che gioca sull’apparenza come primo requisito dell’affermarsi, falsifica la valorizzazione dei talenti e tradisce le persone. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e guardiamo all’Europa come allo spazio dove si può agire per cambiare questa mortificante situazione. Per portare avanti uno sviluppo personale e sociale basato sulle pari opportunità e sul merito. Ma come arrivare a questo obiettivo se i contenuti, le candidate e i candidati per il Parlamento Europeo sono oscurati …

L’inchiesta de L’Unità: “Quale democrazia?”

“Libertà vigilata. Sotto i tacchi di Berlusconi”, di Vittorio Emiliani Camere espropriate, Enti commissariati, Grandi Opere decretazione d’urgenza e stati d’emergenza: il premier liquida le istituzioni attraverso un contro-potere demagogico e «militare». Ma combina molto meno di un efficiente governo democratico. Silvio Berlusconi non ha nemmeno bisogno di riformare in senso presidenzialista e decisionista le norme e le regole esistenti. La maggioranza vasta e, per ora, supina di cui dispone gli consente sin da ora una strategia di rapida devitalizzazione della democrazia. Il Parlamento è, nei fatti, annichilito e come commissariato attraverso l’uso a getto continuo dei decreti-legge (accoppiati ai voti di fiducia). L’articolo 77 della Costituzione li consente soltanto per i «casi straordinari di necessità e d’urgenza». Se ne sono presentati in questa legislatura? Sì, quelli proposti dalla crisi economica planetaria e però su di essi Berlusconi ha preferito stare a guardare sperando di salvarsi così. Ha usato la decretazione d’urgenza per misure ordinarie espropriando le Camere. All’attuale premier poco importa di ciò che preesisteva al suo dominio. Quindi ci cammina sopra. Non ha …