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“Epifani: serve un aiuto alle famiglie. «Detassiamo le spese dei lavoratori»”, di Roberto Mania

Un piano straordinario per rilanciare i consumi. Lo propone il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che indica nelle detrazioni fiscali a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati la leva sulla quale agire. Non un piano in contrasto con il decreto-Tremonti, bensì complementare. “Perché la detassazione – dice – non può riguardare solo le imprese”. Epifani chiede al governo di confermare i contratti precari nella pubblica amministrazione e di prevedere un bonus fiscale anche per gli imprenditori che rinnovano i contratti ai precari. “Sono – sostiene – i più deboli nel mercato del lavoro”.

Eppure il ministro Tremonti ha detto che le misure adottate dal governo sono già state apprezzate dalle imprese e lo saranno dai lavoratori. Lei pensa il contrario?
“Non ho dubbi che le imprese abbiano apprezzato il decreto del ministro Tremonti. Osservo, tuttavia, che esso servirà più alle medie e alle grandi aziende anziché alle piccole. C’è stato anche un giudizio positivo della Cisl. Sta di fatto che per il lavoro dipendente e i pensionati c’è poco o nulla. La manovra del governo ha un senso, però continuano a mancare misure per il Mezzogiorno e a sostegno della domanda”.

Il governo ha privilegiato la difesa dell’occupazione con interventi mirati a favorire il ritorno al lavoro dei cassintegrati.
“Questi interventi arrivano con un po’ di ritardo. Un anno fa andavano sostenuti i contratti di solidarietà. Noi non siamo contrari ai progetti di formazione per chi sta in cassa integrazione, pensiamo però che potranno essere efficaci quando riprenderà la produzione. Oggi, piuttosto, andrebbero sostenute fiscalmente quelle imprese che rinnovano i contratti a tempo determinato in scadenza o i contratti di collaborazione a progetto”.

Forse queste misure aggiuntive avrebbero anche dei costi che non possiamo permetterci?
“Guardi, tutto il pacchetto del governo si autofinanzia. In questo sono coerenti: nessun finanziamento in più per affrontare la crisi. Aggiungo che non sono d’accordo”.

Il perno della manovra del governo sta nella detassazione degli utili reinvestiti. Riuscirà a far ripartire la produzione e, dunque, l’economia?
“E’ certamente un provvedimento anticiclico. Bene, ma perché non detassare anche le spese (o gli investimenti) dei lavoratori dipendenti e dei pensionati? Perché non consentire per un anno, in via straordinaria, la detrazione di determinate spese per sostenere la domanda?”.

Quali spese andrebbero detratte dalla dichiarazione dei redditi?
“Penso a quelle scolastiche, per esempio, se si volessero aiutare le famiglie con figli a carico. Ma si possono sostenere anche altre e diverse fasce sociali. Questo permetterebbe di uscire dalla discussione sul fattore psicologico della crisi sul quale tanto insiste il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi”.

La Ue ci chiede di aumentare l’età per il pensionamento delle donne nella pubblica amministrazione.
“Non si possono fare interventi a pezzi, è necessaria una proposta organica. Perché non torniamo all’età flessibile per la pensione di vecchiaia come era previsto dalla legge Dini? E poi: la definizione dei lavori usuranti è stata sospesa da questo governo mentre andrebbe ripresa, e il meccanismo dei coefficienti di trasformazione è troppo rigido e poco intelligente tale da rendere le pensioni dei giovani di oggi troppo basse”.

La Repubblica, 29 giugno 2009