Domenica scorsa (14 giugno), Luciano Modica – responsabile nazionale Università del PD – ha scritto in forma di lettera al Direttore di Repubblica la risposta all’articolo di Aldo Schiavone “Ma con i tagli non c’è futuro” pubblicato sul noto quotidiano il giorno precedente (e postata anche su questo sito). La lettera non è mai apparsa sulle prestigiose pagine di Repubblica.
«Caro Direttore,
Aldo Schiavone è intervenuto ieri su “Repubblica” sul riordino dei licei proposto dal Ministro Gelmini. Al termine dell’articolo ha inferto una stilettata all’opposizione sul tema dell’università auspicando che essa intervenga “con competenza, rigore e concretezza, come finora non è riuscita a fare”.
Ben venga ogni critica motivata al Partito Democratico sulle sue scelte politiche. Ne abbiamo bisogno per crescere. Però talora sembra che all’interno dello schieramento di opposizione si parli tra sordi. Il Partito Democratico è intervenuto tre volte sulle riforme universitarie negli ultimi otto mesi. Il 28 ottobre il Governo Ombra approvò il documento programmatico “Il futuro dell’università italiana” contenente un’analisi, anche internazionale, della situazione e dieci dettagliate proposte di riforma presentate da Veltroni e Franceschini in una conferenza stampa alla Camera. Il 23 marzo Franceschini e Fioroni tennero un’altra conferenza stampa nella sede del PD presentando il documento “Emergenza Università” in cui si analizza l’aggravarsi della situazione universitaria e si avanzano sei proposte precise di interventi immediati in linea con il “decalogo” di ottobre. Infine il 22 maggio Fioroni alla Camera e Garavaglia al Senato hanno presentato a nome del PD un disegno di legge organico di riforma dell’università in cui le proposte di ottobre e marzo trovano la loro definizione normativa per affrontare, come in ogni democrazia normale, il dibattito parlamentare. Il testo è stato diffuso ampiamente ed è stato discusso il 10 giugno con la Conferenza dei Rettori. Il 25 giugno il PD incontrerà il Consiglio Universitario Nazionale e i sindacati e le associazioni del personale universitario. Un incontro con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari è stato già richiesto.
Secondo Schiavone non siamo stati né competenti, né rigorosi, né concreti. Gli saremmo davvero grati se le accuse potessero essere meglio circostanziate. Non è da competenti il nuovo modello di governo degli atenei, ispirato da grande fiducia nell’autonomia universitaria ma da altrettanta necessità di precise responsabilità di chi governa gli atenei? Non è rigoroso il nuovo sistema di reclutamento dei docenti che abbiamo proposto per contrastare la piaga del nepotismo e allinearci agli standard internazionali? Non sono concrete la defiscalizzazione delle assunzioni dei dottori di ricerca o le borse per la libera mobilità degli studenti più meritevoli delle famiglie meno abbienti?
Né si può dire che il PD sia andato al traino del Governo. Il Ministro Gelmini ha reso note le sue linee guida il 6 novembre e il 24 marzo, quindi semmai al traino dell’opposizione, ma sono mesi che il disegno di legge governativo di riforma viene continuamente annunciato e poi sempre rimandato in un vorticoso susseguirsi di testi sempre diversi. Nel frattempo l’università langue. Un improvvido decreto legge ha finito col bloccare i concorsi banditi un anno fa, mentre migliaia di precari li attendono disperati senza stipendio o con stipendi da fame, come li attendono ormai sfiduciati altrettanti ricercatori e associati meritevoli di promozione alla fascia superiore. Incombono sempre più vicini i pesantissimi tagli finanziari del 2010 sui contributi statali alle spese di funzionamento degli atenei (-50%) imposti dal Governo per risarcire i Comuni dei mancati introiti dell’ICI cancellata sulle prime case delle famiglie abbienti. Giacciono inutilizzati centinaia di milioni disponibili per incentivare la ricerca scientifica e tecnologica nelle regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Si muove a passo di lumaca l’assegnazione dei finanziamenti statali per la ricerca universitaria di interesse nazionale, unica seppur esigua fonte rimasta di sostegno alla libera ricerca negli atenei. Si sono perse le tracce dell’istituzione dell’Agenzia nazionale di valutazione, il cui iter normativo era stato concluso dal Governo Prodi nel febbraio 2008.
E’ certamente la passione politica che anima le mie parole ma saremmo felici di poterci confrontare con tutti, in par condicio, sui temi universitari. Non sarebbe possibile che “Repubblica” aprisse un dibattito franco e plurale sul futuro dell’università disincagliandolo dalle secche dello scandalismo? Non pensa, come dice benissimo Schiavone, che lo meriterebbe il futuro del nostro Paese?
Grazie per l’ospitalità. Molti cordiali saluti.
Luciano Modica
Responsabile Nazionale Università del Partito Democratico»