Pacche sulle spalle, strette di mano, incoraggiamenti a “non mollare”. È a casa, Dario Franceschini, che chiude la campagna elettorale dalla sua Ferrara. Un bagno di folla accoglie il suo arrivo in Corso dei Martiri della Libertà accompagnato dei candidati locali in Comune e Provincia Tiziano Tagliani e Marcella Zappaterra. Su di loro, il segretario dice alla gente: “Sono i candidati migliori, votateli, sapranno rappresentarvi come si deve. E a chi gli dice che, in generale, gli amministratori locali sono “arroganti”, Franceschini assicura: “Tagliani e Zappaterra sono diversi”.
“Tutti quelli che hanno votato le liste civiche al primo turno – ragiona il leader del PD – hanno votato per la città, ora devono scegliere le persone che hanno la maggioranza in grado di governare in consiglio comunale. Non c’è più la sovraesposizione con le elezioni europee che ha mischiato nell’ultima campagna elettorale i temi locali e i temi della politica nazionale, lo scontro tra governo e opposizione. Adesso i cittadini che vanno a votare vanno a scegliere le persone dalle quali fare governare le loro città e sceglieranno sicuramente in base alla loro credibilità e competenza”.
Nel corso della visita Dario Franceschini parla anche della crisi, un’argomento che rischia di essere messo in secondo piano dalle vicende personali del premier. Di fronte alla pesante congiuntura economica, il Partito Democratico è disposto ad offrire ”nella chiarezza dei ruoli, anche un lavoro di collaborazione in Parlamento per le riforme strutturali. Siamo impegnati a denunciare un Governo che non governa, in cui sono tutti distratti, mentre anche ieri Confindustria, i sindacati, e tutte le associazioni di categoria hanno continuato a dire che servono riforme strutturali per affrontare la crisi e misure per affrontare l’emergenza. Confindustria, non sindacati, ha detto che un milione di persone rischia di perdere il lavoro da qui al 2010”. In questo momento la priorità è “dare risposte a tutte quelle persone, lavoratori precari, piccoli imprenditori, persone che hanno uno stipendio o una pensione troppo bassi, e che devono essere aiutati dallo Stato, perché ad aspettare la fine della crisi nel 2010 o nel 2011 non ce la possono fare”. Ad un giornalista che gli chiede se il PD sarebbe pronto a prendere in mano la situazione nel caso di un crollo di governo, lui risponde: “Noi siamo pronti con la nostra forza, siamo pronti ad ogni cosa. Penso che adesso Berlusconi farebbe bene a occuparsi dei problemi del paese non soltanto dei suoi”.
Il PD affronterà qualunque sfida e lo farà “con una sola voce”. In questo momento il segretario non intende parlare del Congresso, la priorità sono i ballottaggi, agli elettori però assicurà: “Il mio impegno è che la stagione della litigiosità resti alle nostre spalle”.
La visita del leader democratico si conclude proprio com’era iniziata, in mezzo alla gente a parlare del più e del meno, ad ascoltare le loro storia ma anche a raccogliere i loro rimproveri. È il caso di una compaesana che lo redarguisce: “E’ un po’ che non ci vediamo”. Lui sorride e promette di tornare presto, al che viene “sequestrato” da una signora che puntualizza: “Allora, quando torna, venga a mangiare a casa mia”.
Solo giovedì il tour elettorale si Franceschini aveva fatto tappa a Firenze. Anche qui il segretario aveva incontrato il candidato sindaco Matteo Renzi. Ai fiorentini aveva ricordato che “. Renzi ha dimostrato di avere grandi capacità amministrative e grande competenza. Non ci si può improvvisare sindaco perché si sono fatte bene altre cose nella vita. Anche la politica e’ una cosa che si comincia dal basso: ci vuole studio, preparazione e poi si può ambire a ricoprire posti di responsabilità. Il partito di Berlusconi ha cominciato a calare quando loro pensavano di stravincere. I ballottaggi confermeranno tutto questo”.
Iv.Gia da www.partitodemocratico.it