Giorno: 16 Giugno 2009

“Soffocati nel depuratore ma sono 4 morti in un giorno”, di Mariastella Iervasi

Morti per asfissia mentre uno aiutava l’altro. Morti per via delle esalazioni provenienti da una vasca di depurazione delle acque. Ancora un tragico incidente sul lavoro a Imperia. Sono entrati senza protezioni. «Ho visto uno dei miei compagni scendere qualche scalino per spostare la pompa idraulica che non prendeva bene». Ma l’operaio sarebbe scivolato, cadendo dentro la vasca-cisterna che doveva spurgare. E subito si è accasciandosi all’interno. Dall’alto del depuratore un altro operaio ha capito il pericolo «ed è subito intervenuto per aiutarlo, ma si è sentito male anche lui. Ho lanciato loro i salvagenti e sono corso a dare l’allarme». Mohamed Abidi, operaio tunisino, racconta con la voce tremante quel che è accaduto nella cisterna del sistema di pulizia delle acque fognarie di Riva Ligure. Ci risiamo. L’Italia piange una nuova tragedia sul lavoro. Due operai di 36 e 40 anni, morti per asfissia mentre uno aiutava l’altro per via delle esalazioni provenienti da una vasca di depurazione delle acque. È accaduto ad Imperia, nel mese scorso tre vittime a Sarroch, presso la Saras …

Dossier l’Unità su Abruzzo: “Pugno di ferro, cosi si vive nel «Principato delle macerie»” di Claudia Fusani e Massimo Solani

In questi mesi è stato sperimentato un sistema di propaganda; il commissario con poteri assoluti. Un modo di governare che tanti piace al premier, ma che sta limitando la libertà dei terremotati. L’atto fondativo è stato una scossa sismica devastante. Nessuno quella tragica notte del 6 aprile era stato in grado di immaginare che nel centro Italia stava per nascere un nuovo Stato. Il terzo, dopo San Marino e il Vaticano, tra quelli che si trovano all’interno dei confini nazionali: il Principato delle macerie. Mentre decine di migliaia di persone continuano a vivere disagi enormi, in Abruzzo il governo sperimenta un modello di organizzazione sociale e, assieme, un apparato di propaganda e di gestione del consenso. In nome dell’emergenza è stato limitato il potere decisionale delle comunità locali. In nome della propaganda è stato creato un sistema di controlli che rende difficile il lavoro dei giornalisti e molto complicata la diffusione delle notizie su quanto accade all’interno delle 180 tendopoli. Oggi, dopo oltre due mesi di paziente attesa, duemila cittadini del Principato delle macerie raggiungeranno …

“Quella “quota femminile” che favorisce anche l’uomo”, di Chiara Saraceno

Il problema non è l’opportunità o meno di stabilire una quota femminile per le posizioni che comportano potere decisionale e prestigio – in economia come in politica, nelle istituzioni culturali come nella Corte costituzionale. Il problema è come ridurre ed evitare che si riproduca una quota maschile che si avvicina al monopolio. Un monopolio così dato per scontato che nessun uomo si sognerebbe mai di ritenersi offeso, o sminuito nel riconoscimento delle proprie competenze, se assunto, promosso, designato proprio perché innanzitutto appartiene al “sesso giusto”. Viceversa l’introduzione di una “quota femminile” che intacchi minimamente quel monopolio è percepita come una ingiustizia degli uomini, che vedono ridursi le proprie possibilità. Spesso è anche percepita come un’offesa, o una diminuzione, da parte delle donne, che si sentono dequalificate se promosse anche in quanto tali. Per questo è importante pensare alle quote innanzitutto in termini di rottura di un monopolio che di fatto, attraverso i meccanismi di cooptazione, ha ristretto ai soli uomini l’accesso alle posizioni più alte. È questa constatazione che ha mosso il legislatore norvegese: nonostante …

“Dietro Ahmadinejad, i Grandi Vecchi è lo scontro per il futuro della rivoluzione”, di Bill Keller e Michael Slackman

Fra i detrattori di Mahmoud Ahmadinejad proliferano le barzellette. In una c’è lui che si guarda nello specchio e dice: «Pidocchio maschio a destra, pidocchio femmina a sinistra». In Occidente, un tabloid americano quasi immancabilmente lo definisce il «Pazzo spietato», e nei giorni prima della sua rielezione veniva sbeffeggiato con gli appellativi di «scimmia» e «nanetto». Ma il Mahmoud Ahmadinejad che è appena stato proclamato presidente per un secondo mandato quadriennale non è un personaggio dei cartoni animati. Il 65 per cento con cui ha vinto le elezioni, sia che rispecchi realmente la volontà popolare sia che si tratti del prodotto di una frode, ha dimostrato che Ahmadinejad è il portabandiera, abile e senza scrupoli, di un’élite clericale, militare e politica unita e aggressiva come mai prima d’ora dai tempi della rivoluzione del 1979. In quanto presidente, Ahmadinejad è sottomesso alla vera autorità del Paese, la Guida suprema ayatollah Ali Khamenei, che ha l’ultima parola su tutte le questioni di Stato e di fede. Con queste elezioni, Khamenei e il suo protetto, secondo gli analisti, …

“Spunta il contratto di disponibilità”, di Alessandra Ricciardi

I nodi purtroppo vengono sempre al pettine. Di seguito l’utile lettura dell’articolo di ItaliaOggi relativo ai danni provocati dai tagli operati dal governo nella scuola. La destra fa come Penelope, ma al contrario: disfa di giorno la tela e compromette il futuro del nostro Paese tagliando le risorse per la scuola e il sapere, e poi cerca di ricucire, mettendo però solo delle pezze. Il risultato è soltanto una tela piena di toppe. Manuela Ghizzoni “Spunta il contratto di disponibilità”, di Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi Si chiama contratto di disponibilità. Sarà offerto ai docenti che hanno lavorato negli ultimi anni con supplenze fino al termine dell’anno o delle lezioni. Insomma, i precari stabilmente impegnanti nella copertura di posti vuoti di organico. E che, causa i tagli al personale della scuola decisi dalla manovra finanziaria di Giulio Tremonti, da settembre si troveranno senza la cattedra su cui fare la supplenza. Il contratto di disponibilità è l’estrema ricetta a cui stanno lavorando il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, e quello del lavoro, Maurizio Sacconi, per fronteggiare la nuova disoccupazione …

“La gelata sui sogni di ripresa”, di Mario Deaglio

All’inizio d’aprile, la primavera dell’economia mondiale sembrava davvero sul punto di sbocciare. Dopo il G-20 di Londra, analisti e commentatori hanno frugato tra statistiche di ogni genere alla ricerca di germogli che lasciassero presagire il ritorno di un radioso futuro. Ministri e commentatori non si sono stancati di ripetere che ormai il peggio era passato e che la ripresa era dietro l’angolo, anzi era già arrivata. A Londra, i governi di venti Paesi avevano posto il loro sigillo sul salvataggio delle grandi banche americane e inglesi (oltre ad alcune tedesche e olandesi) da parte dei rispettivi governi, mettendole tranquillamente a carico, mediante aiuti pubblici di dimensioni mai viste, dei contribuenti del futuro. Perché quindi continuare a preoccuparsi? Tempo qualche mese, i germogli sarebbero fioriti. Il salvataggio dei giganti bancari era forse un percorso inevitabile, se si accetta l’idea che alcune di queste banche erano troppo grandi per essere lasciate fallire, ma non altrettanto inevitabile era la conclusione che l’economia fosse pronta a ripartire, in quanto le banche salvate sono ora, nel migliore dei casi, convalescenti …

“Il boom disoccupazione e il silenzio dei giovani”, di Tito Boeri

In Italia esistono migliaia di “giovani di”. Ogni associazione di categoria ha i suoi giovani di. Ci sono i giovani di Confartigianato, dell´Api e di Confcommercio. Mancano solo nel sindacato, speriamo non perché ce ne sono pochi di giovani tra le sue fila. Anche i partiti hanno i loro “giovani di”. Ad esempio, sono da pochi giorni nati “I Giovani di Valore” dell´Italia dei Valori, cui non possiamo che formulare i migliori auguri di meritarsi denominazione tanto impegnativa. Nonostante questo pullulare di associazioni definite in quanto di giovani e per i giovani, non ci risulta che alcuno di questi “giovani di” abbia lanciato un campanello d´allarme sulla redistribuzione silenziosa che si sta operando in questo difficile 2009. È certificata dalla Relazione Unificata sull´Economia e la Finanza depositata più di un mese e mezzo fa in Parlamento dal ministro dell´Economia. Prevede che in un anno in cui il prodotto interno lordo scenderà di più del 4%, la spesa pensionistica aumenterà del 4%, portando la quota di risorse del nostro paese destinate alla previdenza al di sopra …