L’ On. Ferranti: il Governo spunta le armi dello Stato nella lotta alla criminalità. “Il ddl intercettazione acceca i cosiddetti ‘occhi elettronici’ e mette a serio rischio la sicurezza dei cittadini perché limita in modo sconsiderato la possibilità di usare le intercettazioni nel corso delle indagini”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti commenta l’equiparazione delle riprese visive e audio visive alle intercettazioni telefoniche contenute nel ddl Alfano. “Lo scontro politico ‘Ghedini-Maroni’ ha prodotto un mostro giuridico che non tiene conto neanche delle perplessità del procuratore Antimafia, Pietro Grasso che avevano portato il comitato dei nove a votare la scorsa settimana una modifica per superare i problemi derivanti dalla equiparazione delle intercettazioni alle mere riprese visive. Nella redazione del maxiemendamento il governo non ne ha però tenuto conto per cui tutto ciò che sarà video ripreso senza l’autorizzazione preventiva – spiega Ferranti – sarà inutilizzabile ai fini processuali. E così grazie al Governo anche in presenza di un filmato che riprende una rapina o uno stupro quella prova non potrà essere usata nei confronti dei malfattori. Siamo all’assurdo! Inoltre, dall’equiparazione delle videoriprese alle intercettazioni anche la polizia non potrà più predisporre un apparato di ripresa se non in presenza di ‘evidenti indizi di colpevolezza’ e di un’autorizzazione del Tribunale. Ovvero con molto ritardo rispetto al momento in cui si compie un reato. Insomma – conclude – con questo provvedimento il governo spunta le armi dello Stato nella lotta alla criminalità e vanifica lo sforzo degli amministratori locali e delle forze di polizia per sorvegliare i propri territori e per prevenire e reprimere i reati”.
Pubblicato il 11 Giugno 2009
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