Sono passate da poco le elezioni 2009. Ancora si fanno le analisi del voto, c’è chi ha vinto e chi pure ha vinto perché lo dice lui, si preparano i ballottaggi e aumentano le paure per un referendum che mette a rischio alleanze politiche. Ma c’è chi trova giusto portarsi avanti il lavoro pregresso. La crisi non è una priorità. L’Abruzzo? No, le elezioni sono passate. Per il governo la priorità ora sono le intercettazioni. Da qui la necessità di porre la fiducia alla Camera sul disegno di legge che, di fatto, blocca uno dei principali strumenti anti-crimine. Lo ha annunciato oggi il ministro della Giustizia, Angelino Alfano al termine di una riunione di maggioranza.
Un testo blindato che non terrà conto di nessun suggerimento o modifica come quelle avanzate dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. L’unica eccezione è un aggiustamento tecnico avanzato dallo stesso Guardasigilli. Un lavoro completo quello della maggioranza alla Camera che nella stessa seduta aveva bocciato la mozione del segretario del Pd, Dario Franceschini con cui si chiedeva l’abrogazione del Lodo Alfano.
Per Lanfranco Tenaglia, responsabile Giustizia del Pd, “l’intenzione di porre la fiducia sul decreto sulle intercettazioni è inaccettabile. Il parlamento viene espropriato completamente di ogni sua prerogativa. Non era mai successo in passato che su una normativa di carattere tecnico e che riguardava norme del codice di procedura penale si ponesse la fiducia. Si tratta di un pessimo segnale visto che il parlamento non conta più nulla e che alla magistratura viene impedito di indagare. Veramente un brutto segnale
anche alla luce dei risultati elettorali per un governo che non ha il coraggio di affrontare la discussione parlamentare poiché sa benissimo che la sua stessa maggioranza non ne condivide le scelte. I parlamentari siano almeno messi in grado di esprimere liberamente con il voto segreto il proprio mandato”.
Dello stesso parere anche Marina Sereni, vicepresidente dei deputati PD. “Avremmo potuto affrontare il decreto terremoto o le misure a sostegno delle piccole e medie imprese e della competitività delle aziende, invece, il primo, più urgente provvedimento sul quale il governo impegna la Camera dopo le elezioni è il ddl Alfano, sono le intercettazioni”.
“Le norme contenute nel disegno di legge – ha sottolineato Sereni – non soltanto ostacoleranno le indagini degli inquirenti perché le intercettazioni avranno limiti temporali e saranno possibili soltanto in caso di gravi indizi di colpevolezza, ma metteranno anche un vero e proprio bavaglio alla libera informazione come hanno sottolineato i giornalisti che oggi hanno manifestato qui davanti a Montecitorio”.
“Ma la fiducia – ha concluso la vicepresidente dei deputati PD – è un segno di debolezza di questa maggioranza che nonostante i patti e i ricatti, sa di non poter reggere né ai voti segreti, né a un vero dibattito parlamentare”.
“La fiducia sulle intercettazioni dimostra che il lupo perde il pelo ma non il vizio continuando a sacrificare le indagini di polizia e magistratura nonostante i tanti richiami alla necessità di sicurezza. Si conclude così quel mercato dei voti di fiducia in Parlamento i cui capitoli precedenti hanno riguardato prima delle elezioni le tre votazioni sulla sicurezza, così come aveva richiesto la Lega per evitare crisi della maggioranza”. Così il senatore Felice Casson, capogruppo del Pd in commissione Giustizia.
A.Dra
www.partitodemocratico.it, 10 giugno 2009
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