Dirlo, l’ha detto. «Sono solo quattro pirla che mi contestano e non sanno cos’è la democrazia».
Non lo nega affatto, Mariastella Gelmini. Ieri pomeriggio era sul palco di Besana Brianza per sostenere il candidato sindaco del Pdl e, davanti a una trentina di contestatori e oltre trecento sostenitori, ha pronunciato questa frase. Ma vuole precisarne il senso: «Appena arrivata al comizio, sono stata pesantemente insultata dal solito gruppetto di sinistra. I ragazzi del Pdl si sono innervositi. A quel punto, per sdrammatizzare e smorzare i toni, ho fatto questa battuta. A microfono spento».
La versione del ministro. Cui segue quella di insegnanti e genitori brianzoli che ieri erano lì, con i loro striscioni, a protestare. «Era una contestazione pacifica, non c’era nulla di violento. Avevamo un manifesto». Lo slogan: «Se la scuola è costosa oggi, chissà quanto ci costerà l’ignoranza domani». Anna, educatrice, continua il racconto: «I militanti della Lega e del Pdl ci fischiavano contro, sventolavano i loro bandieroni coprendo i nostri cartelli. Poi è arrivato quell’insulto, che è ancora più grave perché arriva da un ministro della Repubblica. Siamo indignati». Ambrogina, maestra elementare «estranea alla politica», aggiunge: «Volevamo solo porre qualche domanda e manifestare il nostro disagio pacificamente».
Una versione che Mariastella Gelmini non accetta: «Sono sempre i soliti che disturbano. Sempre gli stessi che si presentano in piazza ogni volta che il centrodestra fa campagna elettorale. E non è gente qualunque, si tratta di professionisti legati alla Cgil e dunque militanti politici».
No, il ministro non è pentito: «Non accetto lezioni da certi sindacati che tra le loro colpe hanno quella di aver rovinato la scuola italiana. Da un anno sto lavorando per restituire al nostro sistema di istruzione la qualità perduta».
Il Corriere della Sera, 3 giugno 2009