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“Immigrazione e Sicurezza: alcuni spunti di riflessione”, di Saverio Chindemi

È evidente la tendenza da parte della stampa italiana a dare ampio spazio nei quotidiani a notizie di crimini commessi da stranieri. In effetti, queste notizie scavalcano le altre e conquistano facilmente le prime pagine delle testate nazionali.

È difficile riuscire a capire se siano i giornali a voler parlare eccessivamente di crimini commessi da stranieri o se siano i lettori a desiderare queste tipo di notizie.

Comunque, questa continua associazione tra immigrazione e criminalità ha portato la maggior parte degli Italiani a ritenere che i due fenomeni siano dipendenti l’uno dall’altro. La maggior parte degli Italiani associa l’immigrazione ad un aumento della criminalità.

Sta di fatto che uno studio della Paris School of Economics presentato in Bocconi lo scorso Agosto ha dimostrato che non vi è una relazione di causalità tra l’immigrazione e il numero dei crimini[Paris School of Economics. M Bianchi, P Buonanno, P Pinotti; WORKING PAPER N° 2008 – 05 Do immigrants cause crime?]. Gli stranieri non hanno una propensione a delinquere maggiore degli Italiani, sono semmai le diverse condizioni sociali che favoriscono o meno la delinquenza a prescindere dalla nazionalità.

Infatti, basta osservare la distribuzione dei crimini nelle Province italiane e la distribuzione degli stranieri nelle Province per vedere che ad un’alta concentrazione di crimini non corrisponde un’elevata presenza di stranieri e viceversa.

Tuttavia, anche se non vi è nesso di causalità tra immigrazione e delinquenza, non si possono ignorare le richieste di maggiore sicurezza che provengono dai cittadini.

È stata infatti la sicurezza uno dei temi centrali della scorsa campagna elettorale, ed è proprio ad un aumento della sicurezza che ambiscono alcuni disegni di legge (i più dibattuti di questi giorni) e varie proposte di partito.

Ma la criminalità è aumentata? E di quanto? È difficile fare un’analisi dei delitti commessi essendo i dati disponibili relativi soltanto ai delitti denunciati, senza poter realmente calcolare la “parte oscura”, ovvero il numero di delitti non denunciati. Comunque, stando al Rapporto sulla criminalità in Italia del 2007, i tassi di criminalità dagli anni 90 ad oggi hanno avuto un andamento altalenante senza registrare particolari tendenze. A differenza dell’immigrazione, che è sempre cresciuta.

Allora come giustificare la richiesta di maggiore sicurezza da parte dei cittadini? Probabilmente, ciò che determina questa sensazione di insicurezza e di allarme sociale non è il numero dei crimini in se, ma la percezione che l’opinione pubblica ha della sicurezza. Percezione che non può che essere negativa anche perché fortemente influenzata dai continui allarmi provenienti dai media.

Ed è dunque questa percezione il vero problema da affrontare. Occorrerebbero migliori studi per poter capire le origini di questo malessere diffuso e prevedere possibili rimedi. Impedire che esso sfoci in atti di ritorsione nei confronti delle comunità straniere. E occorre agire in tempo, prima che le conseguenze negative vadano ad incidere sui rapporti tra i Paesi.

Dunque, sarebbe auspicabile riuscire ad inviare alle masse un messaggio che possa tranquillizzarle e renderle consapevoli dell’effettiva portata del problema sicurezza. E considerare l’immigrazione come una vera opportunità per il futuro del nostro Paese altrimenti destinato ad invecchiare. In fin dei conti, è grazie ai flussi migratori che recentemente l’Italia ha superato la soglia dei 60milioni di residenti.

http://saveriochindemi.ilcannocchiale.it/ da Il Giornale di Vision