Mese: Maggio 2009

“Cassa” boom, siamo tornati ai livelli del ’93, di Paolo Baroni

I numeri della crisi sono terribili. Nei primi quattro mesi dell’anno – annuncia il Centro studi di Confindustria – il ricorso alla cassa integrazione è balzato ai livelli del 1993: 357 mila ore contro le 322 mila di 16 anni fa. Con un picco significativo ad aprile (+23% sul mese precedente). Non sorprende, dunque, se anche i consumi delle famiglie vanno a picco: -5,2% a marzo, certifica l’Istat. Con un calo che non risparmia nessun settore del commercio, compresi ipermercati (-5,5%), supermercati (-4,8%) e discount (-4,3%). I prodotti alimentari arretrano del 5,6%, i non alimentari del 5,1 per cento. A pagare il conto più salato sono però i piccoli negozi che perdono addirittura il 6,6%, con 3 imprese su 4 che dichiara un netto peggioramento della propria situazione economica. Nonostante ciò, per Confcommercio «il peggio è passato», mentre Confesercenti sostiene che «piove sul bagnato». Il paradosso, sottolinea una ricerca del Cerm, è che a fronte della caduta delle vendite i prezzi continuano a salire. Nell’analisi del Csc gli indicatori negativi sono ancora molti: i livelli …

Istituzioni umiliate, di Nadia Urbinati

Cento deputati piacciono più di seicento al nostro presidente del Consiglio. Non c’è da stupirsi, perché corromperli o assoldarli o semplicemente metterli d’accordo con i suoi propri interessi sarebbe certamente meno costoso e più semplice. La relazione tra assemblee numerose e sicurezza della libertà l’avevano ben capita gli ateniesi di 2.500 anni fa, i quali proprio per evitare le scorciatoie nel nome della celerità di decisione istituirono giurie popolari numerosissime. Il loro intento principale era quello di impedire che nessun cittadino potente potesse condizionare le decisioni a suo piacimento. pensavano che nessuno disponesse di tanti soldi quanti ne sarebbero stati necessari per corrompere seicento giudici (tanti erano i giudici che siedevano nelle loro giurie). E qui siamo di nuovo: il capo dell’esecutivo, abituato a comandare sottoposti e stipendiati, non ama né tollera assemblee larghe di rappresentanti che sono chiamati a rendere conto a nessun individuo o gruppo di individui ma solo alla nazione, la quale non è un padrone ma la fonte della loro autorità. Ma per il capo dell’esecutivo le assemblee larghe sono pletoriche …

La crisi a Modena rischia di diventare drammatica

A lanciare l’allarme è Michele Andreana, responsabile lavoro del Partito democratico. Mentre Cesare Damiano, dal palco di palazzo Europa, denuncia l’inerzia del governo. La crisi c’é ed è pesante. Il sistema Modena finora è stato capace finora di governarla, grazie al concorso di tutti: sindacati, imprese, enti locali, Regione. Ma senza un intervento deciso del governo – finora assente – anche da noi la crisi potrebbe diventare drammatica e travolgere lavoratori e imprese. A lanciare l’allarme è Michele Andreana, responsabile lavoro del Partito democratico, nel corso di un incontro a Palazzo Europa con Cesare Damiano, già ministro del Lavoro del governo Prodi; l’on. Ivano Miglioli, componente della commissione Lavoro della Camera; il candidato sindaco Giorgio Pighi. “L’accordo alla Terim – ha detto Andreana – costituisce un punto avanzato nel panorama nazionale delle relazioni industriali, un esempio di come si possa contrastare la crisi e difendere l’occupazione ricorrendo a strumenti come la cassa integrazione a rotazione e i contratti di solidarietà. Merito anche della compattezza del sindacato, in questa come in altre occasioni. Tuttavia – ha …

“Quella volta nel 1925”, di Carlo Lucarelli

Il tre gennaio del 1925 Benito Mussolini andò in Parlamento e con aria molto truce pronunciò un discorso. Giacomo Matteotti, uno dei principali esponenti dell’opposizione, era stato ucciso da una squadraccia fascista e le indagini della magistratura stavano coinvolgendo Mussolini. Così lui andò in Parlamento ad assumersi la responsabilità morale di quello che era successo, e attenzione, responsabilità morale è una cosa grossa, per concorso morale in omicidio, per averlo ispirato o suggerito, si va in galera come ad averlo commesso per davvero. Cosa dice Mussolini? Poche parole. Eccole: «Io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere». Quindi Mussolini ammette. Poi però dice anche che l’Italia è con lui e che se magistrati e opposizione vogliono andare avanti salta per aria tutto, dà mano libera ai fascisti e finisce in un casino. Tra stabilità sociale e legalità democratica l’Italia rappresentata nel Parlamento sceglie la prima e da quel momento in poi le …

“Il welfare e la sfida dei precari”, di Salvo Barrano

In occasione del decennale dell’assassinio di Massimo D’Antona è stato importante che il Partito Democratico abbia preferito ascoltare, più che parlare. Lasciando la parola direttamente ai «lavoratori in carne ed ossa», come amava dire D’Antona. In una conferenza stampa tenutasi nella sede nazionale di S.Andrea delle Fratte, si sono ritrovati insieme chimici, lavoratori dei call center, assistenti di volo, vulcanologi, medici, insegnanti, ricercatori. Hanno raccontato storie diverse, cariche di passione e di emozione, ma anche di sfruttamento e di abuso vero e proprio. Alcuni fattori ricorrono in quasi tutte le testimonianze: l’aver studiato molto, un’età inferiore a quarant’anni e una condizione estremamente precaria. La precarietà e l’assenza di diritti vissute quindi come discriminazione generazionale, come ingiusta tappa obbligata per l’ingresso in un mercato del lavoro «respingente». E che troppo spesso diventa una ragnatela in cui si rimane impigliati, privi dei più elementari diritti che dovrebbero spettare ad ogni cittadino lavoratore. Alcuni in attesa del miraggio, a volte alimentato strumentalmente, di un posto fisso. Proprio dallo stesso microfono Olga D’Antona, moglie del giuslavorista, che nel pomeriggio …

“Ginnastica e condotta faranno media La battaglia dei voti per la maturità”

Non è tanto (o soltanto) il fatto che, per esse­re ammessi all’esame di matu­rità 2008-2009, facciano uffi­cialmente media anche i voti di condotta e di educazione fi­sica. Né che sia confermata la necessità, negli anni prece­denti (scuole medie incluse), di un 6 in ogni materia per passare al successivo. «È che il discorso sulla valutazione, nell’anno scolastico in corso, è cambiato sei volte. L’ulti­ma, questa, praticamente a ri­dosso degli scrutini. Nelle scuole c’è il caos, non si ragio­na più…». A parlare non è un sindacalista arrabbiato o uno studente disfattista, ma Da­niela Girgenti, direttrice della «Tecnica della scuola», tra le riviste più autorevoli del set­tore. L’occasione: la diffusio­ne, avvenuta mercoledì, di due circolari ministeriali — la 50 e la 51 — che definisco­no, una volta per tutte (for­se), le regole da applicare ne­gli scrutini delle secondarie inferiori e superiori. È il chiarimento definitivo, dopo mesi di incertezze, per i ragazzi e per i docenti che si avvicinano al bilancio finale. Alle medie viene ribadita la necessità di raggiungere il 6 in ogni disciplina, oltre all’or­mai …