Mese: Maggio 2009

“L’Aquila e il decreto abracadabra”, di Antonello Caporale

E’ stato ribattezzato “decreto abracadabra” per le innumerevoli devianze creative con le quali accompagna il processo di ricostruzione dell’Aquila e dei paesini circostanti. La luna di miele tra gli abruzzesi e Silvio Berlusconi ha subito una prima e significativa increspatura. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all’Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall’indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati. Il tam tam (“Berlusconi ci inganna!”) è iniziato, e non è una novità, sui blog. Prima Facebook e poi i partiti. Prima i conclavi nelle tende poi le riunioni istituzionali. Una giovane donna, Rosella Graziani, che sa far di conto, ha messo a frutto tutto il tempo ritrovato e fino alla settimana scorsa inutilizzato per radiografare il decreto legge e poi bollarlo in una lettera pubblica: “Mai nella storia …

Il nord tradito

È stata una lunga e intensa giornata quella milanese di Dario Franceschini. Molti i temi trattati, dalle prossime elezioni europee all’abbandono del governo del hub di Malpensa; dalle promesse di Berlusconi in campagna elettorale mai mantenute, alla cattiva informazione televisiva che domina i giorni pre-elettorali. Malpensa. L’hub milanese è stato oggetto di numerose dichiarazioni di facciata e promesse disattese. L’aeroporto milanese è servito come cartina tornasole durante la lunga e travagliata vicenda che ha portato la cordata di imprenditori italiani all’acquisizione di Alitalia. “Malpensa – ha dichiarato Franceschini – è un aeroporto fantasma. i voli sono passati da 1.238 a 147 e quelli Alitalia sono diminuiti dell’82,7%. Avevano detto che avrebbero fatto il consiglio dei ministri a Malpensa. Li ho invitati a farlo due mesi fa, ma non hanno il coraggio di mettere piede qui dove si vede cosa è successo”. “Malpensa e Alitalia – ha continuato il leader del Pd – sono stati gli argomenti principali della campagna elettorale di Berlusconi e della Lega. Li invitiamo a fare di nuovo la campagna elettorale per …

“La giustizia negata di Marzabotto che non trova spazio sulla Rai”, di Gabriella Gallozzi

Sconvolgente. Non per dire. Ma è davvero sconvolgente questo prezioso documento filmato da Germano Maccioni, coraggioso filmaker bolognese, durante il processo per la strage di Mazabotto che si è tenuto a La Spezia nel 2006. E cioè 62 anni dopo l’accaduto: l’eccidio di Monte Sole, nell’Appennino bolognese, considerato uno dei massacri più grandi perpetrati dai nazifascisti nell’Europa Occidentale. Qui, tra il 29 settembre e il 5 ottobre ‘44, un intero reparto delle SS, al comando del maggiore Walter Reder, trucidò oltre 800 civili, donne, vecchi e tantissimi bambini, 250 sotto gli 8 anni. Ed ora i ricordi strazianti dei sopravvissuti, i bambini di allora salvati magari dai corpi dei genitori falciati dalle mitragliatrici delle Ss, ritornano come una bomba nelle immagini di Lo stato di eccezione (in dvd+libro per la collana «Documenti del presente» della Cineteca di Bologna, 14.90 euro). Una bomba contro le nostre coscienze assopite dai teatrini della politica. Dalle polemiche sul 25 aprile «oscurato» da Berlusconi sulla piazza del terremoto. Da quanti vorrebbero mettere alla pari i repubblichini e i partigiani. Dai …

“«La gente che lavora ci vota». Il Pd ci crede”, di Simone Collini

«Trento capitale». Piacerebbe a molti, nel Pd, che fosse realtà lo slogan coniato da Lorenzo Dellai nella fortunata campagna elettorale che cinque mesi fa lo portò a guidare la Provincia autonoma. La vittoria di Alessandro Andreatta al Comune, ora, è un nuovo segnale importante per i Democratici. Al Nazareno nessuno immagina che la strada d’ora in poi sia in discesa, anche perché si ricordano la bruciante delusione, dopo i festeggiamenti per le provinciali trentine di novembre, nel veder capitolare alle regionali di dicembre e di febbraio l’Abruzzo e la Sardegna. Ora la vittoria del centrosinistra sul centrodestra 64 a 20 per cento viene giudicata una lezione che non si deve lasciar cadere nel vuoto. Dario Franceschini parla di «risultato importantissimo». La «schiacciante vittoria» del candidato del centrosinistra e il Pd che esce dalle urne come il partito più votato sono fattori da studiare, per così dire, in prospettiva. Per Franceschini siamo di fronte alla prova che «i trentini sono gente concreta, che lavora, con la testa sulle spalle, gente che sceglie sempre con attenzione alla …

“Farefuturo e le veline: «Il problema è politico»”, di Federica Fantozzi

Il tema del giorno? Non lo è diventato per colpa nostra né per merito nostro». Nel centralissimo Palazzo Serlupi Crescenzi, sede della finiana fondazione Farefuturo, la giornata scorre come tante altre. Fuori, no: il teatrino della politica è scosso dall’annuncio che Veronica Lario intende divorziare dal marito. Cioè dal premier, cioè dal principale alleato del presidente della Camera che presiede Farefuturo e ieri ha lanciato come modello multietnico la «Generazione Balotelli». Sul giornale online «Farefuturo webmagazine» è uscito, il 22 aprile, il corsivo «Donne in politica, il velinismo non serve» che ha suscitato, nell’ordine: l’ira di Berlusconi; la garbata presa di distanza di Fini; il dibattito se lo scritto abbia contribuito al divampare della crisi coniugale. Li descrivono preoccupati per l’effetto slavina, ma il 42enne direttore Filippo Rossi smentisce: «Siamo tranquilli. Quello che avevamo da dire l’abbiamo detto. Abbiamo posto un problema politico-culturale, non certo di gossip». Sofia Ventura, docente di Scienza Politica all’università di Bologna e componente con Della Vedova del gruppo Libertiamo, è l’autrice del corsivo “galeotto”. Professoressa, era consapevole di lanciare un …

“Nelle scuole parte la protesta. «Siamo educatori, non poliziotti»”, di Caterina Pasolini

E una mattina all’improvviso le cattedre diventano barricate in difesa del diritto allo studio. Di tutti, italiani e stranieri, regolari e non. Contro il provvedimento del governo, dopo la protesta dei medici contrari all’obbligo di denuncia dei clandestini e che ieri hanno scritto a Fini perché lo cancelli, si allarga la protesta. Arriva la rivolta dei professori ben decisi a non diventare “presidi spia, perché noi siamo educatori non poliziotti”, a caccia di bambini senza documenti regolari. “Qui non si denuncia, si insegna”, ripetono. Non hanno dubbi loro che conoscono la fatica di imparare per chi arriva da lontano, lo spaesamento di chi appare qualche giorno in classe e poi si perde nelle strade della città. Chi non ha genitori accanto che conoscano la lingua e lo aiutino a fare i compiti, chi viene sfruttato, chi ha in classe l’occasione per cambiarsi la vita. “Questo provvedimento, che prevede l’obbligo di denuncia se lo studente non ha il permesso di soggiorno, è inumano, repressivo, foriero di gravi disagi per la convivenza civile. Danneggia il minore, toglie …