Mese: Maggio 2009

“Ma quale crisi psicologica”, di Massimo Giannini

Alla faccia di quei giornali che si sforzano a tutti i costi di rianimare l’economia gettando benzina virtuale sul fuoco fatuo della ripresa, e che si affannano a sostenere il governo Berlusconi titolando a tutta pagina “un primo anno da grande realizzatore”, l’Italia non mostra alcun segnale di fuoriuscita dalla crisi. Il collasso del Pil nel primo trimestre ai livelli più bassi addirittura dal 1980 conferma che questa è una recessione “a W”. Si registra qualche episodico rimbalzino dai picchi minimi di caduta della crescita, ma si continua a stazionare nell’abisso. E questo vale non solo per l’Italia, ma per il mondo. Se da un lato si risveglia l’Indice Baltico (che registra l’andamento dei noli sul traffico marittimo mondiale e che ha anticipato con la sua caduta la tempesta perfetta dei mercati globali), dall’altro precipitano per due mesi consecutivi i consumi e le vendite al degtaglio in Usa. Se da un lato si muove qualcosa nell’export dei paesi dell’area Bric, dall’altro lato la Spagna segna la caduta peggiore dell’indice di ricchezza della sua storia, mentre …

“La rivoluzione di Brunetta perde subito un pezzo: la tutela dei cittadini”, di Felicia Masocco

La class action è stralciata, ma Renato Brunetta non si dimette. È una delle considerazioni che si possono trarre dal via libera, dato ieri dal consiglio dei ministri, al decreto per la produttività nella pubblica amministrazione. La class action non c’è, è rinviata, si fa la data del 2010. Forse. La «rivoluzione Brunetta» nasce quindi senza un pezzo, quello che dovrebbe tutelare i cittadini dai danni causati da inefficienze o abusi degli uffici pubblici. In seno al governo l’ha spuntata chi, come il ministro Tremonti, ha fatto valere il suo peso e il timore che l’introduzione della class action avrebbe aperto la via a un perenne contenzioso. BIRICHINATE Altre «resistenze» dentro l’esecutivo, ammesse come tali dallo stesso ministro Brunetta, erano state opposte dai colleghi perché, alla fine della fiera, la «rivoluzione» si risolve in una grande operazione di centralizzazione che toglie prerogative e poteri ad altri ministeri, alle regioni e agli enti locali e li dà al ministero di Brunetta. Il titolare della Funzione Pubblica aveva risposto con la minaccia di dimissioni se il suo …

L’Europa che convince

“La crisi economica che ha investito l’Europa pone un obiettivo di archiviare al più presto l’ideologia che l’ha sorretta, ovvero quella di mercati in grado di autoregolarsi e di una globalizzazione all’insegna delle disuguaglianze e dell’assenza di regole. La crisi ha dimostrato l’importanza, di fronte ad un mondo sempre più complesso, incerto ed imprevedibile, di avere una ‘casa europea’. Senza una forte integrazione ed una moneta unica l’impatto della crisi sulle nostre società ed economie sarebbe stato ben più drammatico. Se si fosse dato ascolto alla destra ostile all’euro e che contrastava l’integrazione, l’Italia si sarebbe trovata in balia della crisi senza interlocutori né mezzi per trovare una risposta coerente”. Questo è solo un breve stralcio del programma politico del Pd per le prossime elezioni europee del 6 e 7 giugno, presentato oggi alla stampa dal segretario Dario Franceschini. Il Pd sarà in prima linea per “reimpugnare la bandiera” dell’europeismo. Per il leader del Pd occorre “risvegliare la vocazione europeista degli italiani”. In Italia “è una cosa rara che un partito presenti il programma per …

“Ripresa nel 2010, ma è allarme lavoro”, di Elena Polidori

Pur permanendo «una profonda recessione», pur aspettandosi una inflazione negativa a metà anno e un «continuo, marcato ristagno della domanda», il bollettino Bce certifica che «il ritmo di deterioramento dell´attività economica è diminuito» e che una «graduale ripresa ci sarà nel corso del 2010». Ma Lucas Papademos, numero due dell´Istituto, avverte che «di recente» stanno aumentando «i segnali positivi» e perciò l´agognata svolta per l´economia «potrebbe arrivare prima del previsto». In entrambe gli scenari resta allarmante l´aumento del tasso di disoccupazione ricalcolato ora ben oltre le previsioni: fino al 9,3% quest´anno e addirittura al 10,5% nel 2010. In pratica, un disoccupato su dieci. Questo «ulteriore peggioramento» del mercato del lavoro rientra tra i cosiddetti «andamenti avversi» – così li chiamano gli economisti europei – dell´attuale, difficile fase attraversata dall´economia mondiale e dunque anche da Eurolandia. L´occupazione del resto va male dappertutto. Negli Usa, epicentro del grande sconquasso globale, le richieste di sussidi di disoccupazione toccano l´ennesimo record con un aumento settimanale di ben 32 mila unità, il triplo delle attese, fino a quota 637 mila. …