L’unica misura che il governo ha preso per loro è la social card, carità in confezione carta di credito. Se non bastasse il fatto che è umiliante, si aggiunga la sua totale insufficienza: solo il 40% di chi percepisce una pensione povera è riuscito a ottenerla. I pensionati dello Spi-Cgil, la più grande associazione sindacale d’Europa, lo ricorderanno oggi in decine di piazze che verranno presidiate con gazebo, incontri, spettacoli, volantinaggi.
È l’ultima tappa di un percorso di mobilitazione che li ha impegnati per mesi. Da mesi lo Spi, da sola o con i colleghi di Cisl e Uil, chiede di essere ricevuto dal governo e per farsi portavoce della condizione degli anziani, dei pensionati, delle difficoltà che hanno a sbarcare il lunario, che non nascono ora ma che con la crisi si sono appesantite.
«Il governo non può continuare a far finta di niente – dichiara la leader Spi, Carla Cantone -. La situazione si fa sempre più critica: sono le nostre 4120 Leghe (strutture presenti sul territorio, ndr) a lanciarci l’allarme povertà». Cantone ribadisce al governo la richiesta di «un tavolo nazionale per affrontare i principali problemi di questa fascia sociale, gli anziani, sempre più estesa e importante».
Tra le richieste, l’adeguamento delle pensioni al costo reale della vita e l’estensione della 14esima a chi supera i 700 euro mensili. Infine, una legge per la non autosufficienza, una risposta a chi, vecchio o giovane, con la malattia subisce l’esclusione sociale più pesante.
Oltre la social card. Ancora in piazza, i pensionati dello Spi-Cgil anche oggi in moltissime città si faranno portavoce delle condizioni degli anziani. Difficoltà aggravate dalla crisi e ignorate dal governo.
L’Unità, 28 maggio 2009