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«Se c’è il corrotto c’è anche il corruttore», di Jolanda Bufalini

Nella polemica politica è risuanata l’ipotesi di sottoporre il premier a impeachment. Abbiamo chiesto a Tommaso Giupponi, professore di diritto costituzionale a Bologna, quanto realistica sia questa ipotesi.

Dice Antonio Di Pietro “o Berlusconi si dimette o procederemo con l’impeachment”. Come è regolato l’impeachment nel nostro ordinamento?
«Semplicemente non c’è. È previsto solo per il capo dello Stato e solo in due casi: l’attentato alla Costituzione o l’Alto tradimento. Un analogo competenza in relazione ai ministri è stata abolita nel 1989, dopo che il processo Lockheed aveva partorito un topolino: la sola condanna a due anni del ministro Tanassi. Si preferì, per i reati ministeriali, far giudicare i ministri come gli altri cittadini da giudici ordinari, una volta che il Parlamento abbia stabilito che non vi sia un preminente interesse pubblico di rilievo costituzionale».

Cittadini uguali di fronte alla legge, ma solo fino all’entrata in vigore del Lodo Alfano?
«Non considero un tabù l’esigenza di contemperare il principio di uguaglianza con la tutela delle cariche istituzionali monocratiche. Ma bisognerebbe farlo in modo compatibile con il nostro ordinamento. È stato detto che quella tutela c’è dappertutto e non è vero. In Francia, Grecia, Portogallo, Israele è prevista la sospensione dei processi nei confronti del solo capo dello stato, mai del premier, ed è stabilita da norme costituzionali. Il Lodo Alfano, invece, è una “leggina” approvata in poche ore, scritta anche abbastanza male. Per esempio non è chiaro se si riferisca ai soli processi in corso oppure anche alle indagini preliminari».

E cosa ha prodotto la leggina?
«Un paradosso: la corruzione è come la rissa, non è un reato che si possa compiere da soli. È difficile pensare che una persona possa essere condannata per questo reato da sola, qui invece abbiamo il corrotto ma non il corruttore, sebbene nella motivazione della sentenza i giudici hanno espresso il loro convincimento circa il ruolo di Berlusconi».

Siamo ad una impasse?
«Non era scontato che i giudici di Milano, dopo aver impugnato il lodo Alfano – è da lì che deriva la sospensione del processo – decidessero di procedere contro il solo Mills, ma è vero che non si poteva estendere l’immunità prevista dal lodo Alfano anche all’avvocato Mills».

Sul lodo Alfano si deve pronunciare la Corte Costituzionale.
«L’illegittimità costituzionale è probabile, se la Corte è coerente con la sentenza per il lodo Maccanico-Schifani. L’aspetto più macroscopico è che, data la materia, la tutela del processo e quella della carica istituzionale, ci sarebbe voluta una legge costituzionale».

Cosa succederà se il lodo Alfano sarà dichiarato incostituzionale?
«Dal giorno dopo il processo sospeso deve riprendere. Ma il giudice in questo caso si è già pronunciato, c’è incompatibilità, a garanzia dell’imputato, e quindi il processo dovrà svolgersi davanti a un’altra sezione del tribunale di Milano, con un’altro giudice. L’intero processo di primo grado andrà rifatto. E più i tempi si allungano, più si avvicina la prescrizione».

L’Unità, 21 maggio 2009

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