“Scuole costrette ad elemosinare persino la carta igienica e le fotocopie. Alunni che restano senza docente per un gran numero di ore. Aule chiese perché inagibili e progressivo aumento del rischio incidenti”. E’ questa la fotografia della scuola pubblica scattata da centinaia di dirigenti scolastici del Lazio ed inviata il 15 maggio ai genitori degli alunni delle loro scuole attraverso una lettera-denuncia. Nella lettera i capi d’istituto, facenti capo all’Associazione Scuole Autonome del Lazio (Asal), spiegano che in queste condizioni è diventato impossibile “garantire il diritto allo studio e, nello stesso tempo, il contenimento della spesa”.
Secondo i presidi il problema non però solo quello dei finanziamenti, ma abbraccia anche la “scarsa informazione sulle reali condizioni della scuola italiana da parte della società civile, che fa sì che si investa poco e male nell’istruzione e nella formazione”. Per questo hanno scritto di loro pugno alle famiglie. E presto la denuncia si estenderà ai cinque Prefetti del Lazio.
Nella lettera i dirigenti spiegano di essere stati costretti a scrivere nero su bianco quale è la situazione “per rendere pubblica la grave emergenza finanziaria in cui si trovano le scuole. Abbiamo pensato di informare direttamente i nostri utenti – spiegano con un linguaggio eccessivamente formale ma comunque efficace – riassumendo le cause e le conseguenze di questa emergenza”.
I dirigenti, ribadendo le lamentele analoghe dei colleghi della Flc-Cgil che lo scorso mese di aprile si sono incatenati davanti al Miur, spiegano che a tutt’oggi, ad anno scolastico praticamente al capolinea, non hanno “avuto neanche un euro per il funzionamento quotidiano delle scuole”.
Come se non bastasse, “dal corrente anno i fondi per pagare le supplenze sono stati ridotti del 40%; non abbiamo i soldi per pagare le visite fiscali e i corsi di recupero che sono obbligatori”. Inoltre, ricordano, il debito dello Stato nei confronti degli istituti statali, pari a “circa un miliardo di euro per spese legittimamente affrontate negli anni passati”. Ricordano poi, sempre alle famiglie, che circa il 52% degli edifici scolastici non ha le certificazioni relative alla sicurezza e le aule sono quasi tutte sovraffollate. Una situazione alla quale si aggiungono noti i tagli al personale docente e Ata previsti dal Miur, “nonostante l’aumento degli alunni iscritti”.
Intanto incombono le esigenze pratiche per finire l’anno scolastico, come la stampa delle tesine, i debiti da sanare e gli esami finali sa svolgere: come si potrà realizzare tutto ciò in un quadro così avvilente come quello descritto dai presidi nella lettera? Il Miur farebbe bene a fornire il prima possibile risposte certe ed aiuti concreti. Le meritano i dirigenti, i docenti, i lavoratori della scuola. Ma soprattutto gli studenti.
Tecnica della Scuola, 21 maggio 2009