Il PD a Strasburgo starà con i socialisti in un nuovo gruppo che si chiamerà “Alleanza dei democratici e dei socialisti”. Il nome non è ancora definitivo, è certo che i due aggettivi, socialista e democratico, rimarranno. Il PD godrà di esclusivi privilegi: l’autonomia politica (libertà di voto e d’iniziativa) e soprattutto autonomia finanziaria, ma il capogruppo sarà uguale per tutti gli eletti che si iscriveranno “all’Alleanza”. Molto probabilmente, la presidenza toccherà ad un esponente che viene dal mondo socialista tedesco. Il PD con questa scelta ha già vinto qualcosa di più delle elezioni europee perché inserisce la sua incerta e spesso scaruffata esperienza in un prospettiva ed in un progetto non solo europeo ma mondiale. Ci sono infatti tutte le condizioni affinché la rete ( network) mondiale dei democratici e socialisti, così come delineato nell’incontro del Cile, diventi una realtà operativa. Vi aderirà tra l’altro il PD americano di Obama, il partito del Lavoro brasiliano (quasi una DC) di Lula, quello del Congresso Indiano, la DC cilena. Il PD italiano, grazie a questa collocazione, ottiene una diversa e pragmatica visione che non può fare che bene, visto che l’agenda dei problemi e delle soluzioni mondiali si sta definendo proprio tra i nodi di questo network . il sogno di Craxi, viene realizzato dal PD! (Paradosso della politica)!
Non sfugge che le forze progressiste, democratiche e socialiste del network, hanno tutte un rapporto organico con il sindacato. Per fatto costitutivo queste forze sono obbligate a guardare al lavoro, al buon lavoro come ad un punto centrale del loro agire politico. Il lavoro grazie a questo progetto finalmente rientra nell’agenda politica!
Ero con Mussi all’ultimo congresso DS ed i tre punti di preoccupazione erano etica, collocazione europea e lavoro, sui quali mi sembrava che si proponesse un vero salto nel buio. Scrissi, dunque, il 13/5/2007 a proposito del manifesto del partito democratico ( definito allora da Cacciari “carta straccia” e che qualcuno mi fece ironicamente notare “avevo letto solo io”):…Trovo il manifesto dei democratici non chiaro ed omissivo sui temi etici. (…)Non posso aderire ad un manifesto di oltre 400 righe che ne dedica una ventina al lavoro, (alcune più del Cinema), e che recita “ Il lavoro flessibile è importante….” (…) Non posso sottoscrivere (sono pur sempre titolare di una cattedra di Filosofia) l’impegno a coniugare “illuminismo” e “cristianesimo”. Immanuel Kant nella pubblicazione delle varie “Critiche” ha già provveduto . Infine è elemento dirimente la questione della collocazione del Partito Democratico in Europa. (…). Non sono socialista, so, però, che questo e lo strumento utile – per quanto imperfetto- per i democratici, laici e progressisti per fare politica in Europa. Tempi e modalità, tra cui la sottoscrizione del Manifesto, mi impediscono dunque di partecipare. (…) e, poiché in politica la parola “addio” non esiste, ti lascio con un “arrivederci” e spero nel PSE”.
Del manifesto dei democratici del 2007 non si parla più e ci ritroveremo assieme, al destinatario della lettera e con il PSE in un nuovo soggetto politico europeo, attento, per forza, al lavoro ed alle sue esigenze.
Sulle elezioni europee, un altro paradosso, nello schieramento di centro sinistra la posizione del PD è quella più limpida: si sa dove si colloca e come si schiera! Propone candidati veri e non specchietti per le allodole. l’Europa è una cosa seria ed è sgradevole l’uso improprio che ne viene fatto dai partiti italiani. Da Berlusconi che vuole raccogliere preferenze per affermare il suo “papi-bonapartismo”, da tutti che usano le Europee per regolare i conti in Italia.
Bisogna “dire” dove ci si colloca in Europa. “Sinistra e Libertà” ha almeno tre opzioni: alcuni deputati, se la lista raggiungerà il 4%, aderiranno ad “alleanza dei democratici e dei socialisti”, ma se è così, socialisti e sinistra democratica non potevano candidarsi nel PD come indipendenti? Evitando, così, il rischio di disperdere voti! Altri andranno con Sinistra Europea ( ex comunisti) ed altri ancora con i Verdi. La ragione per cui abbiamo fatto il congresso con Mussi, oggi, si ribalta contro sinistra e libertà: non è chiara la sua collocazione europea.
Sulla lista dei comunisti dispiace osservare che una gloriosa tradizione chieda i voti per testimoniare una bella idea di un secolo che non c’è più. I voti non si chiedono per stare all’opposizione o per conservare il proprio passato ma per costruire un futuro. I comunisti, forse anche per questo, rischiano di non raggiungere il quorum del 4%.
Di Pietro: in Europa Italia dei Valori aderisce al partito europeo dei liberali, democratici e riformisti ( quelli della Bolkestein per capirci!) che sono più a destra del PPI a cui aderisce Berlusconi.