“Ma quale crisi psicologica”, di Massimo Giannini
Alla faccia di quei giornali che si sforzano a tutti i costi di rianimare l’economia gettando benzina virtuale sul fuoco fatuo della ripresa, e che si affannano a sostenere il governo Berlusconi titolando a tutta pagina “un primo anno da grande realizzatore”, l’Italia non mostra alcun segnale di fuoriuscita dalla crisi. Il collasso del Pil nel primo trimestre ai livelli più bassi addirittura dal 1980 conferma che questa è una recessione “a W”. Si registra qualche episodico rimbalzino dai picchi minimi di caduta della crescita, ma si continua a stazionare nell’abisso. E questo vale non solo per l’Italia, ma per il mondo. Se da un lato si risveglia l’Indice Baltico (che registra l’andamento dei noli sul traffico marittimo mondiale e che ha anticipato con la sua caduta la tempesta perfetta dei mercati globali), dall’altro precipitano per due mesi consecutivi i consumi e le vendite al degtaglio in Usa. Se da un lato si muove qualcosa nell’export dei paesi dell’area Bric, dall’altro lato la Spagna segna la caduta peggiore dell’indice di ricchezza della sua storia, mentre …