Le sigle sindacali dei medici, come anche quelle degli insegnanti, non credono alle rassicurazioni e alle alzate di spalle del ministro dell’Interno Maroni. Per loro la situazione è chiara: entrato in vigore il nuovo reato di clandestinità saranno obbligati a denunciare gli extracomunitari irregolari. Una analisi che è condivisa anche da Guido Calvi, penalista ed ex senatore diessino.
Presidi, insegnanti e medici ospedalieri temono di essere costretti a fare la spia. Cosa ne pensa?
«Che sono preoccupazioni fondate, codice penale alla mano. Prendiamo l’articolo 361 che recita: “il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, o ad un’altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516”. L’articolo 362 prevede la stessa cosa per “l’incaricato di pubblico servizio”».
E presidi e medici sono pubblici ufficiali? «Certamente. Nell’esercizio delle proprie funzioni sono pubblici ufficiali. Non ci piove. Facciamo l’esempio di un medico ospedaliero: se è in servizio e accerta che il papà di un bambino è un clandestino è obbligato a farne denuncia, altrimenti commette una omissione penalmente rilevante. Anche se, secondo la mia opinione, si tratterebbe dell’omessa denuncia di un reato che non è configurabile».
Che cosa intende?
«Il reato di immigrazione clandestina può essere un reato costituzionalmente corretto? Per quanto mi riguarda, e per l’opinione piuttosto diffusa, non è così. Mi spiego: credo che la clandestinità sia un reato non configurabile in quanto attiene allo status e non ad una condotta. In questo caso non ci sono condotte penalmente rilevanti, perché non c’è qualcuno che compie un’azione vietata. È come se si dicesse se tu sei donna, se tu sei più alto di 2 metri o se sei una persona di colore commetti un reato e quindi sei imputabile ed io, in quanto pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, ho l’obbligo di denunciarti. Ma trattandosi di uno status, quello di immigrato, a mio avviso il reato non è configurabile e pertanto è incostituzionale. Quindi se il reato non può sussistere cade anche l’omessa denuncia a carico del pubblico ufficiale o dell’incaricato di pubblico servizio».
Ma ammettiamo che il decreto sicurezza diventi legge e sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale. A quel punto se la norma, in questo aspetto, è o meno incostituzionale lo deve stabilire la Consulta una volta investita dell’eccezione da un tribunale o da un magistrato. Quindi passeranno mesi nel corso dei quali l’obbligo di denuncia degli immigrati clandestini esiste ed è in vigore. Sbaglio?
«No, affatto. È un rischio ben presente stando a quello che è previsto dal codice penale».
L’Unità, 15 maggio 2009