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Calano entrate fiscali e produzione industriale

Un paese fermo, che ricava meno soldi dalle tasse e in cui la produzione cala di quasi il 20% nell’industria. E’ l’Italia.
Nel periodo gennaio-marzo 2009 le entrate erariali, al lordo delle una tantum, sono risultate inferiori di 4.068 milioni di euro (-4,6%) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2008. E chi lo dice? “Il risultato è evidentemente il riflesso del contesto economico”, spiega il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia nel bollettino delle Entrate tributarie erariali!

Anche perchè come nota Pierluigi Bersani “nei primi tre mesi del 2009 l’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, ha lasciato sul terreno 2,4 miliardi di euro, segnando un calo del 10,6%. L’Iva derivante dalla tassazione sulle importazione registra un calo di oltre il 33%.
L’Iva da scambi interni a marzo segna un -10% rispetto allo stesso mese del 2008, mentre le stime preliminari, ad esempio di fonte Confcommercio, indicano una sostanziale tenuta dei consumi”. pe ril responabile economico del PD siamo “di fronte all’ennesima conferma di un colossale allargamento dell’evasione fiscale,di almeno 10 miliardi di euro l’anno: risorse che si potrebbero utilizzare per il sostegno a disoccupati e imprese, anche attraverso significative detrazioni fiscali. E non si dica che su questo dato pesano la crisi e i
fattori straordinari. La politica economica del Governo come abbiamo sempre denunciato finirà per
peggiorare i conti pubblici senza dare nessuno stimolo all’economia”.

Già perchè nello stesso periodo il gettito derivante dai ruoli, nei quali sono inserite le cartelle esattoriali dovute alla lotta all’evasione, è stato di 888 milioni (-12 milioni di euro, pari a -1,3%): 604 milioni di euro (-13 milioni di euro, pari a -2,1%) dalle imposte dirette e 284 milioni di euro (+1 milione di euro, pari a +0,4%) dalle imposte indirette.

Come se non bastasse la produzione industriale a marzo è ancora in calo . Secondo le stime Istat, l’indice ha registrato una riduzione del 4,6% su base mensile e del 18,2% su base annua.

L’andamento tendenziale corretto per i giorni lavorativi registra invece un ribasso del 23,8%, il piu’ ampio dall’inizio della serie storica alla fine del 1990.

La media dei primi tre mesi dell’anno si chiude in negativo del 9,8% rispetto al trimestre precedente.

www.partitodemocratico.it, 12 maggio 2009