L’aveva detto Dario Franceschini: la crisi si supera soltanto se si parte dai più deboli. È chi è più vulnerabile di quelle famiglie che lottano per arrivare, non alla fine del mese, ma alla terza settimana? Proprio a queste sono rivolte le proposte del Partito Democratico per uscire dalla crisi, presentate dal segretario pd con Beppe Fioroni e Anna Serafini questa mattina nel corso di una conferenza stampa.
“Noi mettiamo in campo proposte per famiglie normali, che vivono nella vita reale e si reggono sull’impegno delle donne italiane” spiega il segretario del PD, passa poi ad elencare le misure anticrisi proposte dal suo partito: “L’aumento degli assegni familiari del 35 per cento, estendendoli anche ai lavoratori autonomi; la gratuità dei libri di testo; un miliardo di euro per gli asili nido e il sostegno alla non autosufficienza; sgravi fiscali per i consumi e la crescita dei figli”. Aspettandosi già l’ennesimo “no” di Berlusconi e compagni, magari accompagnato dalla solita, vecchia scusa della insufficiente copertura finanziaria, Beppe Fioroni mette le mani avanti: “I soldi ci sono. Sacconi la smetta di far girare le stesse cifre su piu’ tavoli, compreso quello del terremoto”.
Il soldi si trovano sempre quando si tratta di salvare banche, stabilire per il referendum un giorno diverso dall’election day, combinare un pasticcio come è successo con Alitalia. Guarda caso ci si dimentica sempre di chi ha non può gridare o ricattare. “Il nostro obiettivo – dice, al contrario, Franceschini è sostenere il perno della vita sociale. Le famiglie, al di la’ del vincolo che le origina, sono l’unita’ di misura della società italiana”. Proposte a misura di famiglia quindi, e allora perché non chiedere suggerimenti proprio ai diretti interessati? Durante la conferenza il leader democratico annuncia che intraprenderà un viaggio nel paese con le donne italiane per discuterne insieme.
Franceschini conclude risoluto, annunciando battaglia, questa volta il PD pretenderà che il pacchetto sia sottoposto all’ordinario iter parlamentare: “Non ci accontenteremo di un frettoloso si’ o no detto in tv, ma chiederemo che le nostre proposte siano discusse in Parlamento dove, con un voto, ciascuno si assumera’ le proprie responsabilità”.
Iv.Gia
8 maggio 2009, www.partitodemocratico.it