Giusto il caso. Quando lo chiamiamo, Amos Luzzatto, già presidente delle Comunità ebraiche italiane, sta uscendo dalla metropolitana di Milano. Luzzatto, ha sentito? La Lega propone vagoni destinati esclusivamente ai milanesi… C´è silenzio. Poi questo ottantenne giramondo, innamorato del dialogo, «ebreo di sinistra», come lui stesso si definisce nella sua biografia «Conta e racconta», esplode in un commento secco: «Ma questo è razzismo puro!». Forse una volta Luzzatto si sarebbe prudentemente fatto leggere le agenzie di stampa, avrebbe pensato ad uno scherzo, ma oggi l´aria che tira porta a credere subito che la proposta del leghista Salvini non sia affatto una boutade. «In un certo senso – chiosa il professore con ironia amara – anch´io violerei la legge viaggiando in metro. Sono residente a Venezia…».
Luzzatto, per la verità, prima di quest´ultim´ora, volevamo chiederle che cosa ne pensa dell´uscita di Dario Franceschini. Ha fatto bene il segretario del Pd a evocare le leggi razziali commentando la normativa di governo sulla sicurezza?
«Conosco Franceschini e penso che sia una persona attenta, equilibrata. So che a Ferrara, sua città natale, ha rapporti molto amichevoli, stretti, con alcune famiglie storiche della comunità ebraica. E questo può aver influito sulla sua percezione del clima».
La maggioranza ha definito “farneticanti” le sue dichiarazioni sul pericolo di un ritorno alle leggi del ´38.
«Scusi, capiamoci bene. Mi sembra che Franceschini non abbia detto: “La normativa sulla sicurezza è come le leggi razziali”, non ha fatto un´equazione, non ha offeso la tragedia della Shoah, si è limitato a ricordare un capitolo della storia italiana. E la storia è questa: il primo provvedimento in assoluto che fu preso nel ´38 riguardò proprio la scuola. E io me lo ricordo bene. Fui una delle vittime di allora. Avevo 10 anni ed ero orgogliosissimo di aver superato gli esami di ammissione al ginnasio. Due mesi dopo la mia prova – ero stato il migliore della sessione – mi hanno detto: “Lei non può più andare a scuola”. Ero un “giudeo”, un termine che racchiudeva in sé tutto il disprezzo e il disgusto possibili. Un amica di mia madre disse che il Duce lo aveva fatto “anche per il nostro bene…”. Quello che voglio dire è che capisco il meccanismo che ha fatto scattare Franceschini. Si cominciò con i bambini, furono i primi a soffrire moralmente e materialmente».
Naturalmente la maggioranza nega che nell´impianto del disegno di legge sulla sicurezza ci siano ingredienti razzisti e discriminatori…
«C´è un clima di insorgente razzismo e questo è un fatto. Ripeto: Franceschini si è limitato a ricordare quel che è successo nel nostro passato. Adesso non si può più nemmeno ricordare? Sono farneticante io o quelli che pensano di costringere medici e insegnanti a denunciare i figli dei clandestini? Io, con la mia storia, dico che mi sento vicino ad ogni bambino cui possa venir detta una cosa come questa: “Fuori di qui. Non hai titolo a sederti sui banchi di scuola”. Ogni provvedimento, diretto o indiretto, che coinvolga l´infanzia riporta fatalmente a ferite che abbiamo già avuto».
Fiamma Nirenstein definisce “scandalosa” l´evocazione delle leggi razziali.
«Non è neutra. E´ una deputata che appartiene all´altro schieramento».
La Repubblica, 8 maggio 2009