Cinquant’anni di Istruzione Tecnica a Ferrara
ITI “Copernico – Carpeggiani” Via Pontegradella 25 – Ferrara Tavola rotonda: Il futuro dell’istruzione tecnica
ITI “Copernico – Carpeggiani” Via Pontegradella 25 – Ferrara Tavola rotonda: Il futuro dell’istruzione tecnica
L’iniziativa è prevista per questa sera, alle ore 20.30, presso la Sala del Torrione di Spilamberto. Partecipa l’onorevole Manuela Ghizzoni “La nostra buona scuola ci sta a cuore”. Questo il titolo dell’iniziativa organizzata dal Partito democratico che si terrà questa sera, alle ore 20.30, presso la Sala del Torrione di Spilamberto. All’iniziativa parteciperanno Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, e la professoressa Cinzia Cornia. stampa@pdmodena.it, 4 maggio 2009
Sia pur di piccola misura e limitando la lettura al solo dato globale dei lavoratori dipendenti, il Partito democratico batte il Popolo delle libertà. Il margine è sottile, dell’1,3% appena (40% contro il 38,7%), uno scarto rispetto alle intenzioni di voto espresse fino a questo punto della campagna da tutto l’elettorato che, stando agli ultimi sondaggi, conferma invece in vantaggio il centro-destra con una distanza di 6-10 punti. Ma se si divide il mondo del lavoro tra dipendenti privati e pubblici i risultati sono opposti. Il Pd di Walter Veltroni risulta in vantaggio di oltre 6 punti nelle intenzioni di voto espresse da quella parte del campione che rappresenta la minoranza degli “statali”, mentre il risultato si ribalta se si considerano i dipendenti del settore privato; qui è il Pdl davanti per oltre un punto. Insomma, nonostante il crollo di consenso inanellato mese dopo mese dal Governo Prodi dopo aver doppiato la boa del primo anno di attività (si veda il Sole 24 ore del 22 luglio e del 12 agosto 2007; sondaggio Ipsos Pa) …
Italia in fondo alla classifica per numero di giovani laureati. Il responso arriva da Eurostat, l´ufficio statistico della Commissione europea, che in tema di lauree assegna anche la maglia nera ai giovani uomini italiani. Ma non solo: la probabilità di conseguire i più alti livelli di istruzione, in Italia, è ancora fortemente legata alle condizioni della famiglia di provenienza. I giovani che vivono in contesti familiari contrassegnati da un livello di formazione basso hanno una probabilità nettamente inferiore di raggiungere l´agognato titolo rispetto a coloro che vivono in famiglie con genitori laureati. Insomma: l´ascensore sociale del nostro Paese sembra proprio bloccato. L´Italia, nell´Unione europea a 27 paesi, per numero di giovani laureati si colloca alle ultime posizioni. Tra i connazionali di età compresa fra i 25 e i 34 anni, soltanto 19 italiani su 100 risultano in possesso di un diploma di laurea. La media europea si colloca attorno al 30 per cento, con Paesi come Francia, Spagna, Danimarca, Svezia e Regno Unito attorno al 40 per cento. Soltanto Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia fanno …
“Raccogliere la storia di chi non c’è più. Adottare una vita…”. Con queste parole due studiosi, Alessandro Casellato e Gilda Zazzara, hanno espresso l’intenzione di costruire una specie di “Spoon River” dedicato alle vittime del lavoro. Un susseguirsi di tragedie sconvolgenti anche se l’Inail e il ministro Sacconi, proprio in occasione del primo maggio, proclamano ottimismo per un decremento dei morti (“solo” 1200, forse, nel 2008). E’ così nato un volume “Operai in croce, inchiesta sul lavoro malato” (Cierre edizioni), promosso da “Venetica”, la rivista degli Istituti per la storia della Resistenza veneta diretto da Mario Isnenghi. L’estesa indagine pone in primo piano soprattutto una certa componente del lavoro atipico: “quelli che lavorano in nero o in modo precario, e che comunque stanno fuori dall’ombrello sindacale. Oppure quelli che hanno barattato la propria sicurezza in cambio di maggior salario…”. E diventa non solo un’inchiesta sui morti ma anche sui vivi, quelli rimasti. Una mappa dell’insicurezza sociale nel ricco nord dove “gli operai sono in croce, il lavoro è malato”. L’emblema, in copertina del libro, è …
Da poche settimane si sono chiuse le celebrazioni per il settimo centenario della fondazione dell’Ateneo di Perugia. A coronamento di questo evento giunge una circolare del rettore significativamente intitolata «Frequentazione di strutture dell’Università da parte di personale esterno (c.n.)» con cui si ingiunge ai responsabili delle strutture universitarie, presidi, direttori di dipartimenti, presidenti di corsi di laurea, ecc., di impedire l’accesso nelle suddette strutture a quei ricercatori precari, per lo più giovani studiose e studiosi, talora ex-dottorande/i ed ex-assegniste/i, che svolgono normalmente attività didattica e di ricerca a titolo gratuito nell’università di Perugia, così come in ogni altra università italiana. Ragioni del divieto i possibili danni che «tali soggetti» potrebbero subire o arrecare a persone e cose nei locali dell’università, nonché «gli indebiti costi che la loro permanenza comporta.. per l’Ateneo». È dunque questa l’Universitas, lo Studium Generale, che con giusto orgoglio il Rettore ha celebrato per un intero anno? Il luogo chiuso, angusto e fobico che la circolare propone? Ma l’Università è al contrario sempre stata uno spazio aperto, un luogo di incontro di …