“I medici che non vogliono denunciare i clandestini”, di Alessandra Mangiarotti e Simona Ravizza
Medici-obiettori che per rendersi riconoscibili in corsia lo scrivono sul camice: «Io non ti denuncio». Associazioni di categoria che inviano petizioni al governo per rafforzare il proprio «no»: «Quel provvedimento va contro il nostro codice deontologico». Regioni che rivendicano la propria autonomia in fatto di sanità, ribadiscono le norme in vigore, ne varano di nuove: «Le cure devono essere garantite a tutti nel pieno rispetto della Costituzione e della privacy». La battaglia contro il provvedimento che prevede la denuncia da parte dei medici dei clandestini è trasversale. Politica e di categoria. Un rincorrersi di iniziative per fermare il disegno di legge. Per interrompere le denunce: tre quelle registrate prima che la norma sia entrata in vigore. Ma anche per contenere il crollo di richieste di cure da parte degli stranieri: dei cittadini sprovvisti di permesso di soggiorno ma anche degli immigrati in regola. Da Milano a Roma. Da Torino a Genova. Pur senza nomi e cognomi le statistiche parlano chiaro. «Il numero di immigrati che nei primi tre mesi dell’anno hanno chiesto cure è calato …