Mese: Aprile 2009

“L’arte è morta, perciò ci hanno dato un posto al cimitero”, di Ascanio Celestini

Io vivo in una tomba perché io sono un intellettuale. Non sono l’unico e non sono stato il primo a scegliere una tomba come abitazione. Prima di me ci sono andati i depressi. Mi fanno una rabbia! Sono stati profetici. Sono stati i primi a capire che non aveva senso. Che niente lo aveva. Io invece a quel tempo era anche sporadicamente felice. Mi succedeva quando andavo al mare. Non d’estate. D’estate non ci sono mai andato, nemmeno ai bei tempi. Non sono mai stato così tanto «felice». (…) Che precursori i depressi! Appena è stato possibile se ne sono andati a vivere nelle tombe. E adesso anche io un intellettuale vivo in una tomba! E ho fatto bene perché al cimitero sono circondato dalle cose che mi sono più care. Teatro, danza, cinema.. la cultura, il teatro è morto. Gli attori… ridicoli imbecilli sempre pronti a sfilarsi i pantaloni per mostrare la calzamaglia perché gli attori sono così! La calzamaglia da guitti è sempre pronta sotto i jeans come i vecchi che non si …

Ora di religione, a rischio il diritto alla didattica alternativa

La denuncia dell’on. Ghizzoni che ha presentato una interrogazione al ministro Gelmini. Sotto accusa i tagli al personale e l’abolizione della compresenza alle scuole elementari Gli alunni che non frequentano l’ora di religione hanno diritto ad attività didattiche alternative. È quanto prevede l’accordo tra Stato italiano e Santa Sede del 1984, nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori. Ma i tagli ai finanziamenti della scuola e l’abolizione della compresenza alle elementari, decisi dal governo, rischiano di impedire l’esercizio di quel diritto per il prossimo anno scolastico. E’ quanto sostiene l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Istruzione e Cultura della Camera, che sulla questione ha presentato un’interrogazione al ministro Gelmini. “Si tratta di un rischio concreto – avverte l’on. Ghizzoni – poiché fino ad oggi le attività didattiche alternative sono state prevalentemente assicurate, nella scuola primaria, dall’insegnante di classe nelle ore di compresenza con il docente di religione cattolica e alle medie dagli insegnanti di lettere con cattedre a 15 ore. Nelle scuole, in previsione del prossimo anno scolastico, circola …

La petizione del PD per “Una scuola di qualità”

Per una scuola pubblica di qualità per tutti, più sicura e autonoma, capace di futuro. Questo è il messaggio principale della nuova petizione popolare realizzata dal Partito democratico con lo scopo di dare voce alle nostre proposte in Parlamento e contrastare le scelte del governo che attaccano la scuola pubblica, rendendola più povera, debole e ingiusta. Attraverso la petizione, il Pd si propone di realizzare una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio; una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno, capace di educare al rispetto e alla responsabilità e di rendere effettivo il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito per tutti e per ciascuno. Una scuola più sicura e qualificata per allievi, insegnanti, dirigenti e personale ATA, con adeguate risorse finanziarie e di personale, con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e con interventi per la sicurezza, la funzionalità e il decoro delle strutture scolastiche. Il Pd ha individuato 5 emergenze da risolvere in tempi brevi: – Soddisfare tutte le richieste delle famiglie sul tempo scuola (tempo pieno, modulo a …

“Maternità, 18 settimane a casa. L’Europa allunga i tempi, a stipendio pieno. I benefici estesi alle libere professioniste”, di Luigi Offeddu

Mamme o future mamme di tutta Europa, consolatevi: il Parlamento Europeo vuole cambiare le leggi in materia di maternità, garantendo congedi più lunghi, meglio retribuiti, ed estesi a più categorie. Il sì politico è giunto ieri quasi all’unanimità (28 sì, 3 no, un astenuto) dalla Commissione lavoro e affari sociali. Ecco le novità centrali del documento che ha l’obiettivo di migliorare la «vecchia » direttiva Ue finora in vigore: il periodo minimo di maternità passerà da 14 a 18 settimane ininterrotte, «ripartite prima e/o dopo il parto» (già ora è così in 12 Stati Ue su 27, e l’Italia è ai primi posti: 21 settimane), retribuite con l’equivalente al 100% del salario mensile medio (oggi in Italia ci si ferma all’80%); e comunque, mai al di sotto della retribuzione prevista in caso di malattia. Di queste 18 settimane, 6 «su richiesta» (prolungabili a 8, secondo la volontà dei singoli governi) potranno e dovranno essere godute dopo il parto: e questo, com’è spiegato esplicitamente nella motivazione dell’emendamento, «per proteggere le lavoratrici da eventuali pressioni dei datori …

“Censimento sugli homeless in Italia: sono centomila, la metà quarantenni e colti”, di Claudia Fusani

Sono per lo più italiani, hanno all’incirca 40 anni, il 30 per cento è diplomato e il 7 per cento laureato, il 13 per cento ha un lavoro fisso o comunque è attivo nel mercato del lavoro (74%), il 70 per cento legge un quotidiano. Eppure sono clochard, senza fissa dimora. Poveri barboni. Una volta, adesso non più. Avrà molte sorprese il Viminale quando nel 2010 avrà il primo censimento nazionale dei cosiddetti barboni, così come stabilito dal disegno di legge sulla sicurezza già approvato al Senato e all’esame della Camera. A cominciare dal numero: le stime delle organizzazioni di volontariato parlano di un fenomeno che in Italia riguarda 70-100 mila persone, quasi lo 0,2 per cento della popolazione, una percentuale che ci affianca agli Stati Uniti dove gli homeless sono una realtà quasi “ordinaria”. Un primo assaggio di questa realtà arriva grazie allo studio di due ricercatori della Bocconi (Michela Braga e Lucia Corno)e della Fondazione De Benedetti che la notte del 14 gennaio 2008 (dati elaborati e diffusi nel gennaio 2009) hanno fatto …

Ocse: la recessione spingerà il Pil a -4,3%. La Ue: «Coesione sociale a rischio»

La recessione nel 2009 in Italia porterà il Pil ad una flessione del 4,3% a causa del calo degli investimenti, della contrazione del mercato delle esportazioni e dell’incertezza che frena la spesa dei consumatori. È quanto scrive l’Ocse nel suo rapporto di marzo, secondo il quale la struttura dell’economia italiana e la sua specializzazione nell’export di beni di lusso, la «espongono alla piena forza della recessione in altri Paesi». La previsione è comunque in linea con il -4,3% stimato per l’area Ocse, contro un calo medio del 4,1% dell’area Euro. UE: COESIONE SOCIALE A RISCHIO – E intanto, per il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, «la crisi dell’occupazione è drammatica» e in prospettiva ci potrebbero essere anche rischi di «rottura della coesione sociale». «La crisi dell’occupazione – ha detto Juncker intervenendo al Parlamento europeo – avrà conseguenze estremamente negative anche sul fronte delle finanze pubbliche ed effetti negativi sulla crescita potenziale dell’economia della zona euro che inevitabilmente diminuirà». «Le notizie sono sempre più negative. La situazione economica nella zona euro – ha rilevato Juncker – continua …