“C’è giustizia in Parlamento”, di Massimo Giannini
C’è un giudice a Montecitorio. La doppia, clamorosa bocciatura delle norme sulle ronde e sul tempo di permanenza degli immigrati nei Cpt è un’ottima notizia. In primo luogo, è una novità che fa ben sperare per la civiltà giuridica del Paese. Pure in questi tempi di crisi del multiculturalismo e di drammatica escalation dei flussi migratori, non esiste altra democrazia europea che abbia introdotto leggi non da stato emergenziale, ma da stato criminogeno. Le ronde anticlandestini sono questo e non altro. E non è un caso che fossero state bocciate dal Consiglio superiore della magistratura perché incostituzionali e dal sindacato di polizia perché ingestibili. L’allungamento a 180 giorni della permanenza dell’immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un’autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale. La natura quasi eversiva di queste misure sta nella “furia” di Maroni che tuona: “Ora dovremo liberare 1038 clandestini”. Dice proprio così, il ministro degli Interni: “Liberare”. È la conferma implicita che per lui e per il Carroccio, i Cpt sono …