Le entrate fiscali vanno a picco. Molto peggio della crisi, anche se da Via venti settembre si attribuisce proprio alla situazione internazionale il «buco» del fisco. Nei primi due mesi dell’anno l’erario perde 4 miliardi rispetto all’anno precedente. L’incasso del fisco si ferma a 56 miliardi e 871 milioni, con una perdita del -6,6%. Calano del 7,2% invece le entrate degli enti locali.
Insomma, piove sul bagnato, visto che la crisi economica resta grave. Stavolta lo dice anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti, il quale tempo fa aveva dato segnali di speranza. «È finito l’incubo degli incubi. La crisi c’è ancora e prende forme diverse – ha detto parlando al G7 di Washington – In alcuni giorni ha segni negativi e in altri giorni cominciano segni inaspettatamente positivi. Finita la fase dell’Apocalisse, non è subito Pasqua, c’è di mezzi la Quaresima». Più chiaro il commissari Joaquin Almunia: «È troppo presto per essere ottimisti. Tutte le economie sono in recessione. il 2009 sarà un anno doloroso». Come dire: per ora la fine del tunnel non si vede. Siamo ancora in mezzo al guado. Tremonti preannuncia numeri negativi «a causa della crisi, non certo di politiche sbagliate». Parla del documento finale, la cui «bozza» sottolinea che «il passo della crisi economica ha rallentato» e che «stanno emergendo alcuni segnali di miglioramento». Tornando in Italia il ministro dovrà però affrontare i numeri della Ruef (Relazione unificata, l’ex trimestrale) che ancora non ha diffuso, ma a cui i tecnici stanno dando le ultime limature. Secondo voci, il ministero prevede una contrazione del Pil vicina al -4% nel 2009 e un debito pubblico sopra il 120%. Numeri da brivido.
Su tutto questo si abbatte il calo delle entrate, per il ministero dovuto alla flessione delle imposte su patrimonio e reddito (-6,1%), delle tasse e imposte sugli affari (-9,1%), di accise e tabacchi (-2,8%), dei giochi (-1,5%). Il totale delle imposte indirette è stato di 23,3 miliardi (-7,2%). Le una tantum sono ammontate a 2 milioni. «La crisi non è stata guidata – osserva Andrea lulli (pd) – le misure indispensabili per le imprese non sono state prese e oggi, con i dati sul fisco, tutto questo è purtroppo sotto gli occhi di tutti» Il «buco» del fisco è di 4 miliardi. Effetto crisi, ma anche evasione. Intanto i grandi a Washington avvertono: non siamo fuori dal tunnel, ma il crollo dell’economia si è fermato. In arrivo la Ruef. Pil 2009 a – 4%.
Insomma, piove sul bagnato, visto che la crisi economica resta grave. Stavolta lo dice anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti, il quale tempo fa aveva dato segnali di speranza. «È finito l’incubo degli incubi. La crisi c’è ancora e prende forme diverse – ha detto parlando al G7 di Washington – In alcuni giorni ha segni negativi e in altri giorni cominciano segni inaspettatamente positivi. Finita la fase dell’Apocalisse, non è subito Pasqua, c’è di mezzi la Quaresima». Più chiaro il commissari Joaquin Almunia: «È troppo presto per essere ottimisti. Tutte le economie sono in recessione. il 2009 sarà un anno doloroso». Come dire: per ora la fine del tunnel non si vede. Siamo ancora in mezzo al guado. Tremonti preannuncia numeri negativi «a causa della crisi, non certo di politiche sbagliate». Parla del documento finale, la cui «bozza» sottolinea che «il passo della crisi economica ha rallentato» e che «stanno emergendo alcuni segnali di miglioramento». Tornando in Italia il ministro dovrà però affrontare i numeri della Ruef (Relazione unificata, l’ex trimestrale) che ancora non ha diffuso, ma a cui i tecnici stanno dando le ultime limature. Secondo voci, il ministero prevede una contrazione del Pil vicina al -4% nel 2009 e un debito pubblico sopra il 120%. Numeri da brivido.
Su tutto questo si abbatte il calo delle entrate, per il ministero dovuto alla flessione delle imposte su patrimonio e reddito (-6,1%), delle tasse e imposte sugli affari (-9,1%), di accise e tabacchi (-2,8%), dei giochi (-1,5%). Il totale delle imposte indirette è stato di 23,3 miliardi (-7,2%). Le una tantum sono ammontate a 2 milioni. «La crisi non è stata guidata – osserva Andrea lulli (pd) – le misure indispensabili per le imprese non sono state prese e oggi, con i dati sul fisco, tutto questo è purtroppo sotto gli occhi di tutti» Il «buco» del fisco è di 4 miliardi. Effetto crisi, ma anche evasione. Intanto i grandi a Washington avvertono: non siamo fuori dal tunnel, ma il crollo dell’economia si è fermato. In arrivo la Ruef. Pil 2009 a – 4%.
L’unità 25.04.09