Pubblichiamo integralmente la lettera inviata alla redazione di Report da un’amica del nostro sito che insegna nella scuola media.
“Aspettavo con impazienza la puntata di domenica 19 aprile di Report, trasmissione che da sempre seguo con grande interesse, figuriamoci una puntata sulla scuola. Non posso però nascondere che sono rimasta molto delusa! Sono un’insegnante di italiano, storia e geografia nella scuola media, precaria e destinata dal prossimo anno a non lavorare più. Ovvio che mi sarei aspettata da voi una messa a fuoco migliore dei tagli che stanno abbattendosi sulla nostra scuola e che genereranno un fortissimo abbassamento dell’offerta formativa e della sua qualità e che avranno una ripercussione pesantissima sulla vita di decine e decine di migliaia di lavoratori precari: docenti, ammistrativi (praticamente dimenticati in trasmissione) e collaboratori scolastici, che dal prossimo 1° settembre, dopo anni di servizio, saranno lasciati a casa. Gli attimi di riflessione di Gabanelli, debbo riconoscere, sono stati quasi tutti all’altezza della difficoltà in cui versa in questo momento la scuola italiana, non altrettanto posso dire dei vari servizi. E questo soprattutto per due ordini di motivi, uno legato alle diverse imprecisioni scappate qua e là, l’altro perché, se è sicuramente vero che ci sono sprechi, questi non sono imputabili in genere alla scuola, e quanto alla cattiva gestione di vari progetti, non credo che questo sia un fatto generalizzabile, mentre, soprattutto per chi non sa di scuola, la trasmissione ha dato l’impressione che nelle scuole siano tutti presi a cercare di frodare lo Stato e i contribuenti, rubando ore di lavoro o facendoci ricchi con i soldi dei progetti senza “produrre” mai nulla di concreto o arricchire l’offerta formativa per gli studenti. Ma cercherò di andare per ordine, soffermandomi su una serie di punti.
Accorpamento delle scuole. La questione è stata posta in maniera problematica e questo l’ho apprezzato, però quando si è detto che le regioni non cedono agli accorpamenti dettati dal MIUR, forse si doveva spiegare il perché. O forse non siete d’accordo anche voi che la Scuola in una comunità è una delle istituzione più importanti? Può dirsi paese, un paese senza scuola? E’ ovvio che questo ha un costo, ma anche se gli alunni dei piccoli paesi costano il doppio, non è questo un costo giustificabile e imprenscindibile per uno Stato della, nonostante la crisi, ricca Europa?
Altro fatto che mi ha inquietato. Presentare l’istituzione del modulo nella scuola primaria come un fatto nato dall’esclusivo bisogno di salvaguardare l’organico in un momento di calo demografico! Magari ci sarà stato anche questo, ma sicuramente si è fatta di necessità virtù e il modello che ne è nato, funziona, e poi non è mai uno spreco un arricchimento dell’offerta formativa, siamo arrivati a 30 ore? E meno male! Dati alla mano la primaria funziona! Fortuna che Gabanelli ha ricordato che è un modello considerato esempio in tutto il mondo. Buona la denuncia sugli sprechi delle imprese di pulizie, ma anche lì non si poteva dare l’entità dei tagli dei collaboratori scolastici e spiegare un po’ meglio che il loro compito va ben al di là delle pulizie?
Sugli insegnanti di sostegno è andata meglio ed ho apprezzato il fatto di aver sottolineato che è stato tolto ai dislessici. Anche se alla fine l’unica ad aver la parola è stata il ministro che credo non abbia proprio idea di cosa significhi avere in classe un dislessico senza sostegno e delle confusione che c’è sulle circolari in merito. Tanto per dirne una i dislessici possono essere esonerati dallo studio scritto delle lingue straniere, ma non dall’esame scritto alla fine della terza media e della scuola superiore. Mi chiedo come si possa far fare un esame su una disciplina che non si è studiata!!! Poi il preside Dino Poli se la prende con le assemblee sindacali, quasi fossero un motivo di perdita indicibile di ore!!! Tanto per essere precisi il personale scolastico ha diritto a 10 ore per anno scolastico per partecipare ad assemblee sindacali, comprese quelle che servono a gestire il contratto di secondo livello (quello d’istituto per intenderci). Non tutti coloro che fanno politica o sindacato lo fanno a danno della scuola. Lo spazio per il sindacato la maggior parte di noi lo trova, e giustamente, fuori dell’orario scolastico, e i sindaci, tanto per dirne una, sono a carico del comune nel loro pezzo di lavoro in esonero.
Ma l’imprecisione più grande è a mio avviso più grave l’avete detta sui tagli della scuola media che non sono 6252, ma 15.542!!!! Di cui 9500 su italiano, storia e geografia. Mi meraviglia che la stessa insegnante di italiano da voi intervistata, Carla Tondelli, non abbia ancora capito cosa ne sarà della sua disciplina. Ha detto bene che si perderà un’ora di tecnologia (per un totale di 2.500 posti in meno, aggiungo io), ma è stata imprecisa sull’ora di seconda lingua comunitaria che in realtà verrà ridotta solo nelle scuole dove l’inglese non era prima lingua, perché dove era prima lingua la seconda ne faceva già solo 2 e ha dimenticato di dire, che il tentativo del ministero è di portare l’inglese a 5 ore eliminando del tutto la seconda lingua comunitaria. In barba ovviamente a quel che si fa nel resto d’Europa. Ma veniamo all’italiano: le ore tagliate sono 2 e non 1 come detto dall’insegnante. E’ vero che esiste un’ora di approfondimento, ma non costituisce organico e non si capisce bene chi la farà. Vi immaginate una classe che fa 5 ore di italiano con un professore e un’ora di approfondimento con un altro? Qual è il valore didattico? E lo sapete che per risparmiare mezza cattedra di italiano sul tempo prolungato la classe seconda avrà ben tre insegnanti di italiano? E che visto che le cattedre di italiano sono ricondotte tutte a 18 ore, non ci sarà più nessuno per sostituire i colleghi assenti (alle medie si chiama il supplente solo per assenze superiori ai 15 giorni) e soprattutto più nessuno per l’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica? Problema che ovviamente, vista l’abolizione delle compresenze, si presenterà anche alla primaria. Cosa faranno gli alunni che non si avvalgono dell’IRC? Finiranno nei corridoi sotto la sorveglianza di un collaboratore scolastico o magari di un adetto di un’impresa di pulizie? Ovviamente per non dire cosa significhi, dal punto di vista didattico, privare la fascia d’età dagli 11 ai 14 anni di 2 ore di italiano! E visto che Gabanelli ha terminato il programma denunciando la scarsa competenza degli italiani a comprendere e interpretare le pagine di un giornale, forse denunciare il taglio delle ore di italiano alle medie, uno degli obiettivi della nostra disciplina è comprensione della lingua scritta, mi sarei aspettata da voi la denuncia di questo taglio, o almeno la notizia. Come facciamo ad arricchire le competenze nell’uso della nostra lingua? Facile: tagliandone le ore d’insegnamento!
Veniamo alle SSIS: lungi da me farne le difese, non è neanche il mio percorso di formazione, ma la situazione presentata a mia conoscenza è veramente limite. Le SSIS andavano sicuramente riviste, ma non cancellate, cosa faranno ora i neolaureati che vorrebbero diventare insegnanti? Quanto alla chiamata diretta dei presidi, ma ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando? In un Paese come il nostro poi, dove le raccomandazioni sono quasi la normalità? Comunque anche per quanto riguarda i dirigenti scolastici, ci sono persone di grande valore che non meritano le risatelle del ministro! E se gli ispettori non funzionano, a detta del ministro, perché bandisce un nuovo concorso? Il ministro è stato grandioso nelle sue risposte. Quella sulla sopravvivenza del liceo scientifico-tecnologico le supera tutte. Resterà grazie al 20% dell’autonomia! Ma di cosa parla? Il liceo tecnologico non ci sarà più, a meno che come tale non vogliamo considerare il futuro liceo scientifico, in cui il latino corre il rischio di essere declassato a materia opzionale.
Non mi soffermo sugli sprechi dei progetti, come ho già detto forse non andava data l’idea che ovunque ci si speculi sopra, ma sarei ben d’accordo nel dare di più alla didattica e magari, pensa un po’, dico una cosa ovvia che ultimamente non dice più nessuno, nel pagare di più i docenti che in Italia sono sicuramente sottopagati, piuttosto che finalizzare quei soldi a progetti. Quanto al merito e alla valutazione e all’università ci vogliono puntate a parte, perché è stato detto talmente poco che non vale la pena di fare delle osservazioni.
Un’ultima osservazione però vorrei farla sulle chiamate dei supplenti. Il sistema è sicuramente farraginoso, ma tremo alla sola idea di cosa possa aver in mente il ministro. Comunque non si può descrivere, come ha lasciato intendere qualcuno dei vostri intervistati, il supplente come qualcuno che vuole frodare la scuola. Vogliamo tornare indietro sulla tutela della maternità? Quanto alle scuole esprimibili per il personale docente non sono più 30, ma 20, da ben 2 anni. Non si tengono in ballo le scuole perché, dopo due volte che si rinuncia ad una supplenza in una scuola, si finisce in coda alla graduatoria d’istituto. Le segreterie spesso impiegano molto tempo a trovare un supplente perché sono con un organico inferiore alle necessità e l’anno prossimo lo saranno ancora di più perché il taglio degli amministrativi non è certo minore di quello degli altri profili. Come dire ce n’è per tutti! E il taglio non è di 18000 unità, come si è lasciato intendere, ma di 42.000, solo per quanto riguarda i docenti a cui va aggiunta la quota Ata e a cui vanno aggiunti i tagli degli anni a venire.
Insomma va bene parlare di sprechi e di cattivo funzionamento, ma il neoministro, che tale non è più, non so quando avete registrato la trasmissione, ma certo non sono solo 6 mesi, avrà pure qualche responsabilità. Per ora il suo operato si è visto solo sui tagli del personale della scuola! Si può considerare uno spreco l’organico della scuola? Fate un giro a vedere se c’è organico in eccesso! Investire sulla scuola è investire sul futuro del nostro Paese. Gelmini e Tremonti devono essere di un altro avviso… purtroppo!”