Lo denuncia la Fiom in conferenza stampa. Con le modifiche al testo unico sulla sicurezza la responsabilità degli incidenti sul lavoro può ricadere sui “livelli inferiori” fino dai lavoratori.
Centosettanta sono gli articoli del Testo Unico modificati dall’ultimo Consiglio dei Ministri del 27 marzo scorso. Un lavoro incessante e metodico per stravolgere una legge che, sull’onda della tragedia della Thyssenkrupp, si configurava come un testo in grado finalmente di affrontare in modo articolato la drammatica questione della sicurezza sul lavoro. Ad un anno di distanza, quel testo è stravolto e i suoi effetti neutralizzati. “Dal dimezzamento delle sanzioni – elenca Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e responsabile salute e sicurezza – alle visite preassuntive ai lavoratori vietate dall’art. 5 dello Statuto dei lavoratori, alla sottrazione della competenza ai delegati, anche questa prevista dall’art 9 dello Statuto, al rinvio della norma attuativa dell’elenco di rischi da stress correlato, alla deresponsabilizzazione degli Ispettori del lavoro. Queste sono solo alcune delle 170 modifiche di cui ancora stiamo valutando tutta la portata”.
Ma al peggio non c’è fine: nell’ambito di questa valutazione, con il supporto dei legali torinesi nel processo Thyssen, Sergio Bonetto e Elena Poli che ne hanno decifrato il linguaggio a dir poco criptico, emerge l’articolo 10 bis, che introduce di fatto l’esclusione del livello alto di responsabilità qualora si individuassero responsabilità correlate all’evento attribuibili a livelli inferiori, cominciando dal lavoratore. “Se passa l’introduzione di questo articolo i livelli alti dell’azienda non saranno più perseguibili. “E’ un lodo Alfano per i top manager”, denuncia Cremaschi. “La responsabilità che il datore di lavoro ha, per mezzi e facoltà – aggiunge l’avvocato Bonetto – è subordinata all’attribuzione formale”, cioè conta la delega con la quale un livello alto può chiamare in causa un livello intermedio. “Adesso scatterà la rincorsa a trovare i soggetti piccoli, con una possibile ‘bonifica’ di tutti i processi”. In primis proprio il processo Thyssenkrupp, dove il pm incaricato, Raffaele Guariniello, ha chiesto l’imputazione di “omicidio volontario con eventuale dolo” per l’amministratore delegato Espenhann. Un fatto di portata storica, perché riconduce la responsabilità non incidentale del livello più alto in azienda, che con questo articolo rischia di essere neutralizzata. “Si vuole impedire a Guariniello di procedere”, denuncia Gianni Rinaldini,segretario generale della Fiom “siamo di fronte a un’altra porcata”, dice senza mezzi termini, definendo con gli stessi termini stato l’accordo separato, tanto er dare il senso dell’attacco a tutto campo portato al mondo del lavoro. “Noi pensiamo che gli imprenditori sapessero di questa modifica – incalza Cremaschi – perché vi sono casi di lettere di delega di responsabilità a capi intermedi”. “L’articolo – aggiunge Elena Poli – precisa alla lettera d) che la responsabilità del datore di lavoro è esclusa se l’evento è imputabile a preposti, medico competente, progettisti, fabbricanti ma, soprattutto, ai lavoratori”. Qualsiasi inosservanza da parte del lavoratore fa ricadere su di lui la responsabilità ‘liberando’ il datore di lavoro. Per esempio l’esecuzione di mansioni non di sua competenza. Ci si chiede a questo punto se il lavoratore è libero di rifiutarsi di eseguire mansioni che non gli competono, qualora gli vengano richieste. “Chiediamo alle Regioni e al Capo dello Stato, che ha dimostrato in più occasioni sensibilità al problema – dice Rinaldini – un intervento per modificare questa norma”. Il testo è alla valutazione della Conferenza Stato-Regioni in riunione oggi. Inoltre la norma, fuori dalla delega di governo, potrebbe sollevare un profilo di incostituzionalità poiché sostanzialmente permetterebbe ad un responsabile di evitare un processo se ha dei coimputati “meno importanti”, “introducendo un principio di non parità dei soggetti interessati”, sottolinea ancora Bonetto. “Nulla del genere si è mai verificato prima d’ora”, dice l’avvocato, ma “il problema è che questo tipo di ‘riforma’ – sottolinea la Fiom – del tutto impresentabile, ha un’unica possibilità di essere portata avanti: il silenzio generale. Occorre rompere questo silenzio”.
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