L’America di Obama si avvicina a Cuba. Via le restrizioni sui viaggi nell’isola e i trasferimenti di denaro. Ma l’embargo resta. Comunicazioni tv più facili tra i due Paesi. La Casa Bianca ora si aspetta un’apertura di Raúl sui prigionieri politici A quattro giorni dal vertice delle Americhe a Trinidad, il presidente Barack Obama s’è aperto a Cuba revocando alcune delle restrizioni imposte da Bush figlio: i cubano- americani potranno liberamente visitare l’isola e assistere finanziariamente i familiari là residenti, e saranno anche permesse comunicazioni tv e di altro tipo tra i due Paesi.
Obama ha lasciato intatto l’embargo commerciale contro Cuba in vigore da 47 anni, ma la Casa Bianca non ha nascosto la speranza che «con una minore dipendenza dal regime e una maggiore autonomia economica», come ha detto un portavoce, Cuba si avvii alla democrazia liberando i detenuti politici e cessando le violazioni dei diritti umani. Con queste misure Obama ha mantenuto l’impegno assunto durante le elezioni di cercare il dialogo con L’Avana.
Il presidente ha giocato d’anticipo nei confronti del leader venezuelano Hugo Chávez, che venerdì si era recato da Fidel e Raúl Castro a L’Avana, e che al summit a Trinidad dal 17 al 19 prossimi proporrà il rientro di Cuba nella Organizzazione degli Stati americani (Osa) da cui venne espulsa nel ’62, rientro a cui sembra favorevole anche il leader brasiliano Lula da Silva.
Obama intende chiedere che il regime castrista contraccambi prima le sue misure, una posizione assunta altresì da José Insulza, il presidente dell’Osa: l’apertura a Cuba, caldeggiata dalla maggioranza democratica al Congresso, è anatema per i conservatori, contrari «a parlare col nemico», si tratti dei Castro o del leader iraniano Ahmadinejad.
L’iniziativa di Obama poggia su tre rapporti, il primo del sottosegretario Tom Shannon, responsabile degli Affari dell’emisfero occidentale, il secondo della commissione Esteri del Senato guidata da John Kerry, il terzo di una delegazione di sette deputati, capeggiata da Barbara Lee, che il mese scorso visitò i fratelli Castro.
Secondo i tre rapporti, Raúl e Fidel sono aperti a loro volta al dialogo: entrambi avrebbero assicurato i parlamentari americani di volere il disgelo, una svolta storica. Dalle dichiarazioni della Casa Bianca Obama, che ha l’esplicito sostegno del mondo degli affari Usa, procederà tuttavia con cautela, per non alienare le potenti lobby anticastriste e per non spaccare in due il Congresso.
Il cambiamento di clima avviene nel cinquantenario dell’unico viaggio di Fidel Castro negli Stati Uniti, quando il Líder Máximo ricevette un’accoglienza trionfale.
Nell’aprile del ’59 Fidel smentì di essere comunista e garantì l’osservanza del patto di reciproca difesa con l’America. Una luna di miele che durò solo qualche mese.
Corriere della Sera 14.4.09
Pubblicato il 14 Aprile 2009