“Noi, precari dell’Ingv studiamo il sisma senza un contratto”, di Maristella Iervasi
È la notte di domenica scorsa. Arriva a Guido Bertolaso ma anche a un precario sismologo un messaggino sul cellulare di servizio: «Terremoto all’Aquila», con tanto di stima dell’ipocentro, la magnitudo e le province coinvolte. Il dipendente in scadenza (con un contratto a termine) si è subito precipitato all’Istituto nazione di Geofisica e Vulcanologia di Roma, in via di Vigna Murata. E da lì è partito per l’Abruzzo perché era di turno per l’emergenza rete mobile. Sì, è toccato proprio a lui, precario, insieme ad altri precari e non, precipitarsi nella zona epicentrale del sisma per installare la strumentazione utile per il monitoraggio della sequenza sismica in atto. E all’indomani, nella sera della replica, con magnitudo 5.3 che ha continuato a gettare nel terrore la popolazione abbruzzese, l’equipe di esperti dell’Ingv era ancora lì, sulla «bocca» del terremoto: a pochi chilometri a sud-est del’Aquila. A sentire il ministro Brunetta, i precari sono tutti in odore di «fannullismo». Tant’è che per via della sua legge proprio chi studia i terremoti rischia di venire «licenziato» senza alcuna …