Mese: Marzo 2009

Brunetta-Sacconi, andata e ritorno

Il tandem Brunetta-Sacconi è come un biglietto di andata e ritorno in poche ore. Fedeli allo stile delle dichiarazioni del loro premier, il primo questa mattina annunciava l’invio di una bozza di emendamento alla Commissione Europea per equiparare a 65 anni l’età della pensione per gli uomini e per le donne nella Pubblica Amministrazione. Il secondo in serata, durante un convegno smentiva categoricamente che il governo avrebbe presentato alcun cambiamento ma che “se ne discuterà in Consiglio dei Ministri”. E anche con le parti sociali lo stesso dietro front: prima l’ipotesi dell’emendamento e poi il ritorno all’ovile con la promessa che i sindacati dovranno partecipare ai lavori e che la soluzione sarà condivisa. Rimane comunque il fatto che l’Italia ha l’obiettivo di adeguarsi a quanto disposto da una sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’equiparazione dell’età di pensionamento. Durante la registrazione di Matrix, programma di Canale 5, Dario Franceschini ha chiarito che “non si può pensare che le donne siano le prime a pagare per il riequilibrio delle pensioni. Serve un sistema che aiuti le …

“La ricerca ai ricercatori? il Governo dice no”, di Luciano Modica

Nella vita breve e difficile dell’ultimo Governo Prodi spiccava il successo dell’approvazione nel settembre 2007 della legge delega sugli enti pubblici nazionali di ricerca. La saldezza della maggioranza e l’apertura a contributi migliorativi importanti dell’opposizione permisero infatti di introdurre per la prima volta nella nostra legislazione e con un largo consenso parlamentare l’autonomia statutaria del CNR e degli altri enti di ricerca in attuazione della Costituzione, della Carta Europea dei Ricercatori e di una raccomandazione comunitaria del 2005. Diciott’anni dopo l’autonomia universitaria anche gli enti di ricerca venivano così resi responsabili di poter determinare autonomamente i loro stessi statuti “al fine di salvaguardarne l’indipendenza e la libera attività di ricerca, volta all’avanzamento della conoscenza, ferma restando la responsabilità del Governo nell’indicazione della missione e di specifici obiettivi di ricerca per ciascun ente”. L’organizzazione della ricerca pubblica veniva affidata dallo Stato ai suoi stessi ricercatori e non alla longa manus della politica. Caduto il Governo Prodi, la delega è passata al Governo Berlusconi. Il Ministro Gelmini ha lasciato trascorrere inutilmente quasi un anno salvo ispirare o …

On. Ghizzoni aderisce alla manifestazione del Sindacato dei pensionati SPI-CGIl

La crisi economica e sociale sempre più allarmante e un Governo che l’affronta in modo del tutto inadeguato: di fronte a tutto questo i pensionati e le pensionate italiani non restano a guardare. Il 5 marzo, infatti, lo Spi Cgil porta in piazza le sue proposte per contrastare la crisi i cui costi vengono ingiustamente scaricati su pensionati e lavoratori dipendenti. Obiettivo della manifestazione nazionale è richiamare l’attenzione sulle emergenze che colpiscono le fasce più deboli: la necessità di difesa del potere d’acquisto delle pensioni e la promozione di un sistema di servizi pubblici adeguato. Le misure adottate dal Governo si sono rivelate umilianti e inappropriate a contrastare gli effetti drammatici della crisi sulla vita quotidiana delle persone: la “social card” è solo uno strumento di propaganda peraltro privo di copertura finanziaria per il 2009; il “bonus famiglia” è uno strumento che non dà una risposta strutturale al disagio di famiglie e pensionati. In questa iniziativa ritroviamo le ragioni dell’opposizione che abbiamo sostenuto in Parlamento: per questa ragione riteniamo doveroso sostenerla e partecipare.

Incontro C.I.D.I. Bologna

Il CIDI di Bologna incontra Manuela Ghizzoni, capogruppo PD in VII Commissione Camera, insieme ad Ivana Summa e Giancarlo Sacchi, presso la Sala Passepartout, Via Galliera 25/A Bologna Leggi, decreti e regolamenti di Gelmini, tagli di risorse di Tremonti, disegno di legge Aprea, federalismo fiscale… La scuola bolognese vuole capire i mutamenti in atto e interroga la politica: quali spazi per l’autonomia delle scuole, la professionalità, la responsabilità educativa, la qualità dell’offerta formativa?

Scuola, On. Ghizzoni: “su assegno disoccupazione governo sia responsabile”

“Il governo dia prova di responsabilità e abbia il coraggio di confrontarsi sulla proposta del Pd che prevede un assegno di disoccupazione per i docenti precari”. Lo chiede la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, che aggiunge: “per le scelte ideologiche di questo Governo la scuola paga e pagherà nei prossimi anni un prezzo altissimo in termini di mancate assunzioni e di perdita di posti di lavoro. Esattamente il contrario di quanto bisognerebbe fare in periodi di crisi che richiederebbero politiche lungimiranti come gli investimenti in istruzione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico e non certo politiche che compromettono la qualità didattica e i livelli di apprendimento dei nostri ragazzi. In un periodo come questo- precisa – il Governo ha addirittura disatteso la prosecuzione del piano di assunzioni previsto dal governo Prodi nel 2006 per la stabilizzazione in ruolo 150mila docenti precari. E’ stato un illogico controsenso di cui adesso ne fa le spese l’itero paese. Per questo – conclude – chiediamo ora al Governo un atteggiamento non pregiudiziale sulla nostra proposta e …

Un decreto per chi perde il posto

“Berlusconi può dirci di no, ma non che non si può fare. Noi le coperture che ci hanno chiesto le indichiamo. Dunque Berlusconi dovrà venire in parlamento a dire Sì o No: ma non a noi, al Pd ma alle migliaia di persone che rimarranno senza lavoro e che dal precariato passeranno a zero euro”. E’ affollata la conferenza stampa in cui il segretario del Pd, Dario Franceschini, illustra la mozione che sarà presentata sia alla Camera sia al Senato per impegnare il governo a prendere un provvedimento di urgenza entro il 31 marzo, così da garantire l’assegno ai tanti precari che altrimenti con la perdita del lavoro rimarrebbero in una situazione drammatica. Un assegno mensile pari al 60% dell’ultima retribuzione. Quattro gli strumenti indicati per la copertura del provvedimento, per il quale le stime reali di costo sono di appena 4 miliardi di euro. Soldi che si possono trovare recuperando l’evasione fiscale e con l’uso immediato di parte delle risorse che lo Stato non impegnerà per la Cassa Integrazione nell’ambito del protocollo sottoscritto dal …