Boom di tempo pieno e flop del maestro unico. I dati ufficiali sulle iscrizioni pubblicati dall’Ufficio scolastico regionale non lasciano dubbi: nella nostra regione mamme e papà non vogliono le 24 ore. Non si tratta dunque di orientamento politico: le famiglie emiliano-romagnole hanno bocciato senza appello il tempo scuola che prevede un solo docente in cattedra.
Per i loro figli vogliono il tempo pieno, quello con due maestri. E se non è l’ideologia – come sbandierato dalla destra – a guidare le loro scelte, saranno forse le esigenze lavorative delle mamme (la nostra regione vanta uno dei più alti tassi in Italia di occupazione femminile) o la consapevolezza che le 40 ore sono una ricchezza pedagogica e didattica e che sulla scuola – e sul futuro del nostro Paese – non si può andare a risparmio.
I numeri parlano chiaro: su 33.807 alunni che si sono iscritti alla prima classe delle elementari per il prossimo anno, solo 564genitori (pari all’1,67%) hanno optato per il modello a 24 ore; 3.624 (10,72%) hanno scelto le 27 ore; 11.629 (il 34,40%) le 30 ore e ben 17.990 famiglie (il 53,21%) vogliono le 40 ore. I picchi di richieste per il tempo pieno a Bologna (73,01%), Modena (72,37%) e Piacenza (61,56%). Le 30 ore in maggioranza a Reggio (58,82%), Rimini (56,70%) e Forlì-Cesena (55,13%).
La tornata di iscrizioni di quest’anno potrebbe quindi valere come un referendum popolare. Questa volta gli elettori non hanno infilato una scheda in un’urna,ma hanno fatto una scelta. Ela riforma Gelmini, con il ritorno al maestro unico, non è passata. Ora però bisognerà fare i conti con i tagli della finanziaria Tremonti e con la circolare recentemente emessa dal ministero, in cui si dice che il tempo scuola garantito sarà quello a 27 ore e che il tempo pieno rimarrà solo nelle sezioni già funzionanti.
Solo a Bologna, ben 3.200 famiglie rischiano di non vedere soddisfatte le loro richieste. E se il ministro Gelmini ha più volte ribadito a suon di spot che il maestro unico è una rivoluzione pedagogica, poiché permette al bambino di avere un solo adulto di riferimento, dovrà spiegare come la sua affermazione si concilia con le 27 ore. In quel caso, infatti, il docente titolare farà le 24 ore che gli competono per contratto; le 3 ore mancanti, saranno coperte dai buchi dei colleghi. Il rischio è quindi che quel bambino non abbia solo un maestro unico di riferimento, ma altri 2 o 3 docenti che entrano ed escono dalla classe.
«Chiediamo con forza che le scelte delle famiglie vengano rispettate – commenta il segretario regionale della Cgil-Scuola, Paolo Tomasi – al di là delle alchimie di risparmio del ministro Tremonti. Sulla scuola e sul futuro del nostro Paese non si può risparmiare».
L’Unità/Bologna, 17 marzo 2009
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