A settembre mancheranno all´appello nelle scuole di Bologna e provincia 519 insegnanti e 181 bidelli. Nei prossimi tre anni rimarranno a casa almeno 1.500 precari. Più di 3.200 famiglie non avranno il tempo pieno o le 33 ore settimanali richiesti in prima elementare. E quasi duemila alunni disabili non gravi potranno perdere il sostegno in classe e l´assistenza: diventeranno di colpo invisibili così come la scuola rischia di perdere i bambini immigrati che non saranno vaccinati per paura delle denunce anti-clandestini. Non stanno meglio i ricercatori dell´Alma Mater e degli enti di ricerca bolognesi: tremila precari rischiano entro il 2009 «di doversi reinventare una vita»; solo per effetto del decreto Brunetta sul pubblico impiego a giugno saranno licenziati circa 500 ricercatori del Cnr. Insomma, una Caporetto. E´ la Cgil a denunciare lo stato di crisi del mondo della scuola e della ricerca. Annunciando lo sciopero mercoledì 18, con manifestazione alle 9.30 in piazza Nettuno e due delegazioni che porteranno il disastroso bilancio, dovuto ai tagli di Tremonti, al Prefetto e all´Ufficio scolastico regionale. Sarà una settimana calda: il 18 sciopera anche Gilda e ci sarà il corteo degli universitari dell´Onda, venerdì 20 protesteranno sotto le Due Torri insegnanti e genitori. La Cgil ieri ha reso noto i numeri sulle iscrizioni in prima elementare in 91 scuole delle 94 in Provincia: su circa 8.000 bambini, solo 48 famiglie (0,6%) ha scelto il maestro unico («è il fallimento della riforma Gelmini») contro il 24% per le 30 ore e il 72% per le 40 ore, con un aumento della domanda di tempo pieno del 10%. «I tagli alla scuola producono danni irreversibili e insostenibili», denunciano i segretari Sandra Soster (Cgil-Flc) e Cesare Melloni (Camera del Lavoro).
La Repubblica – Bologna, 14 marzo 2009