È una sonora bocciatura del governo». Anche per questo il 18 ci sarà uno sciopero di tutto il settore della conoscenza. Mimmo Pantaleo non ci gira troppo attorno. Il segretario della Flc-Cgil legge i dati degli scrutini intermedi forniti dal ministero dell’Istruzione e punta il dito soprattutto sulle scelte per le iscrizioni alla prima elementare: «È una sconfessione evidente delle politiche del ministro Gelmini sulla primaria».
Perché dice questo?
«Il 90% delle famiglie ha scelto il tempo prolungato: il 56% le 30 ore e il 34% le 40 ore, cioè il tempo pieno. Questo vuol dire che i moduli e gli orari che finora hanno caratterizzato la scuola primaria rispondono esattamente alla domanda espressa dalle famiglie, che non vogliono rinunciare ai tempi prolungati e al modulo dei tre insegnanti, due cose evidentemente interdipendenti».
Però la Gelmini ha confermato il “maestro unico di riferimento”.
«E allora ha confermato il tentativo di demolire la parte di eccellenza del sistema di istruzione italiano, che è appunto la primaria. Moduli e tempi orari garantivano una qualità di apprendimento molto elevata, tanto è vero che la nostra scuola elementare è tra le migliori d’Europa. La domanda delle famiglie conferma esattamente che l’orientamento è per quel tipo di scuola, e non per quello della Gelmini, che tra l’altro va incontro a una contraddizione evidente».
Quale contraddizione?
«Il governo ha previsto pesanti tagli che colpiranno tantissimi precari e non solo, con migliaia di licenziamenti sia tra il personale docente che tra quello tecnico amministrativo. Ora chiediamo a Berlusconi di rispettare gli impegni presi, cioè di garantire ciò che le famiglie avrebbero chiesto. Appare però difficile che ci possa riuscire, visto che il ministero dell’Istruzione ha fatto gli organici prevedendo classi di 27 ore. Insomma alla luce dei dati comunicati, non credo proprio che si non potrà soddisfare la domanda delle famiglie».
Neanche col maestro unico?
«Guardi, chiariamo un’altra cosa: avremo il maestro prevalente, non unico. Cioè avremo un maestro che farà le 22 ore previste dal contratto e poi avremo i maestri di religione, di inglese e in alcuni casi ci potrà essere anche un quarto maestro».
Quindi cosa cambia rispetto a prima?
«Che prima c’era un team, c’erano le compresenze, c’era una progettazione e dei moduli che garantivano una qualità nell’offerta formativa, mentre oggi avremo tanti insegnanti, ognuno dei quali applicherà il proprio modello pedagogico senza una comunicazione effettiva con gli altri».
Del boom di 5 in condotta che dice?
«Intanto, che nonostante questo la situazione del bullismo nelle scuole non è affatto migliorata. Basta aprire le cronache di questi giorni per rendersene conto. È chiaro che questo strumento non è un deterrente contro il bullismo. È soltanto un atto sanzionatorio puro e semplice, quando la scuola deve avere invece una missione didattica, pedagogica, formativa».
Unità, 2 marzo 2009
2 Commenti