Mese: Febbraio 2009

Dario Franceschini è il nuovo segretario del Partito Democratico

Dario Franceschini è stato appena eletto Segretario del Partito Democratico con 1047 voti su 1258 votanti. “Abbiamo iniziato i lavori dell’Assemblea con uno stato d’animo e grazie alla responsabilità di tutti usciamo con la voglia di combattere e con la rinnovata fiducia nel Partito Democratico”. Così ha voluto concludere l’Assemblea Dario Franceschini ringraziando tutti. Pubblichiamo il suo intervento che ha anticipato il voto Mi candido senza padrini nè protettori. “Chiedo scusa all’Assemblea” . E’ un esordio inaspettato quello del discorso di Dario Franceschini, il vice di Veltorni che si appresta alla candidatura, “chiedo scusa perché abbiamo creato un organismo troppo grande, più adatto a un congresso che a prendere decisioni sui meccanismi, a volte l’assemblea è sembrata violentata”. Un discorso con dei tratti intimi: la riflessione sui titoli dei giornali, i dialoghi con Veltroni. “In questi giorni ho letto di tutto su di me, e i miei amici mi hanno chiesto di fare un discorso che susciti calore ed emozione. Invece serve franchezza, serve guardarci negli occhi per capire i nostri limiti e ribadire l’orgoglio …

“Non torniamo indietro”, intervento di apertura dei lavori dell’Assemblea Nazionale del Pd di Anna Finocchiaro

Care amiche e cari amici, è un evento straordinario, e inaspettato, quello che ci vede convocati: le dimissioni irrevocabili del Segretario Veltroni , il passaggio più difficile che un giovane partito può trovarsi ad affrontare. Tornare all’Assemblea costituente, alla sua sovranità, è stata considerata, innanzi tutto dall’intero gruppo dirigente nazionale, la prima urgenza. Non solo un adempimento regolamentare che può avvenire quando più torna comodo. Una scelta politica: convocare subito l’Assemblea, e qui decidere. Mostrando – contro la rappresentazione montante che ne viene fatta sui mezzi di informazione – che siamo assolutamente capaci di affrontare questo momento in piena democrazia, con responsabilità e lucidità. Che non c’è fra di noi nessuna isteria, che non abbiamo da chiudere i conti che con noi stessi, con l’ambizione che abbiamo avuto, con la promessa che abbiamo fatto all’Italia. Non torniamo indietro, non abbiamo paura. Non c’è nessun 8 settembre che ci attende. C’è un problema sulla nostra strada. Scegliamo insieme il varco. Siamo dirigenti politici, non un gregge che si disperde alla prima sassata. Abbiamo bisogno di prudenza, …

“A piccoli passi verso l’inciviltà”, di Gad Lerner

UN governo estremista e irresponsabile introduce d’urgenza nel nostro ordinamento le ronde dei cittadini, nonostante le perplessità manifestate dalle stesse forze di polizia, accampando la più ipocrita delle motivazioni: lo facciamo per contenere la furia del popolo. Spacciano le ronde come freno alla “giustizia fai-da-te”, cioè alle ormai frequenti aggressioni di malcapitati colpevoli di essere stranieri o senza fissa dimora. Ma tale premura suona come una cinica beffa: la violenza, si sa, è stata fomentata anche dai messaggi xenofobi di sindaci e ministri. Il decreto governativo giunge come una benedizione delle camicie verdi padane e delle squadracce organizzate dalla destra romana. Propone agli italiani di militarizzarsi nell’ambito di un “Piano straordinario di controllo del territorio” fondato sul concetto di “sicurezza partecipata”. I benpensanti minimizzeranno, come già hanno fatto con le “classi ponte” per i bambini stranieri, i cancelli ai campi rom, l’incoraggiamento a denunciare i pazienti ospedalieri sprovvisti di documenti regolari. Cosa volete che sia? Norme analoghe sono in vigore altrove, si obietta. Mica vorremo passare per amici degli stupratori? Così, un passo dopo l’altro, …

Verso l’assemblea

Dopo le dimissioni di Walter Veltroni dalla carica di segretario del Partito Democratico, motivate nel discorso di Piazza di Pietra, tocca ai 2800 delegati dell’Assemblea Nazionale, convocata per sabato 21 febbraio alle ore 10, presso il Padiglione 4 della Nuova Fiera di Roma, avviare il percorso del PD nei prossimi mesi. Domani la diretta di partito democratico.it e youdem tv. Il comunicato sulla riunione dei segretari regionali che si è svolta il 18 febbraio, riportava la constatazione unanime dell’impossibilità di “procedere alla convocazione del congresso prima delle elezioni europee ed amministrative del 6 e 7 giugno”. La proposta del coordinamento nazionale è quella di procedere all’elezione del segretario, secondo quanto previsto dallo Statuto, in seno all’Assemblea. Lo Statuto del Partito su questo punto, come riporta oggi l’Unità, prevede due ipotesi: l’Assemblea accetta di procedere al voto del segretario a termine (ottobre 2009, data indicata nello Statuto stesso). Il presidente (dopo le dimissioni di Prodi a presiedere l’assemblea dovrebbe essere la capogruppo PD al Senato, Anna Finocchiaro) legge il regolamento che stabilisce le modalità di presentazione …

Ignazio Marino: «Un partito serio decide a maggioranza Anche sull’etica», di Concita De Gregorio

Ignazio Marino, 54 anni, è tornato in Italia da tre anni. Viveva a Pittsburgh, poi a Philadeplhia. Dirigeva il centro trapianti di una delle più antiche università americane, il Jefferson medical college. Trapianti di fegato. «Ho scelto di occuparmi del fegato perché è l’intervento ancora oggi tecnicamente più difficile. Ero attratto, da ragazzo, dall’idea di poter fare qualcosa che non tutti sono in grado di fare». Opera ancora, la domenica e il lunedì, a Verona. E’ nato a Genova, ha una figlia adolescente, ha studiato alla Cattolica. E’ cattolico, cresciuto con gli scout. A chi entra nel suo ufficio – una mansarda a Sant’Ivo alla Sapienza – mostra una lettera indirizzata da Paolo VI ai medici cattolici nel 1970. «Legga, io non avrei saputo dire parole così». Scriveva il Papa: nella fase terminale di una malattia incurabile dovere del medico è «alleviare la sofferenza e non prolungare con qualunque mezzo una vita che non è più pienamente umana». Non pienamente umana. Parliamo della legge sul testamento biologico proprio oggi che in commissione il gruppo del …

“Il teorema del Cavaliere”, di Tito Boeri

«L´unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura in quanto tale». Difficile non riconoscerci in queste parole pronunciate nel 1933 da Franklin Delano Roosevelt, nel suo discorso d´investitura, nel pieno della Grande Depressione. Quella che attraversiamo è una crisi di sfiducia. È iniziata con le banche che non si fidavano più le une delle altre e che quindi non si prestavano più soldi e si è estesa all´economia reale, ai posti di lavoro, con le imprese che rinviano investimenti e le famiglie che posticipano piani d´acquisto in attesa di capire di più su ciò che sta accadendo. Null´altro può spiegare l´incredibile accelerazione della crisi negli ultimi tre mesi. È un comportamento perfettamente comprensibile da parte di ciascuno di noi. Viene addirittura consigliato nelle business schools: bene rinviare tutte le scelte che si possono posticipare in questi casi, in attesa di acquisire nuove informazioni. Ma generalizzato a milioni, meglio miliardi, di individui genera una Grande Depressione, una situazione in cui «non conosci nessuno che non abbia paura del futuro». Ma di chi è la …

Quando il Parlamento è ridotto solo a “notaio”, di Beppe Del Colle

Su 45 leggi approvate nell’attuale legislatura, 44 portano la firma del Governo, una soltanto quella delle Camere; per di più, 25 di esse sono conversioni di decreti legge. Prima la tragedia di Eluana Englaro e subito dopo la successione di gravi violenze sulle donne, spesso giovanissime, hanno portato alla ribalta della politica un problema, fra i tanti di questo difficile momento: i rapporti fra le istituzioni, e in primo luogo quello fra Governo e Parlamento, ma anche quelli con la presidenza della Repubblica, la magistratura, la stampa e infine la Costituzione stessa. Per restare al primo di questi rapporti in crisi, basterà citare una cifra, segnalata da una fonte insospettabile, Il sole 24 ore: su 45 leggi approvate nell’attuale ancora breve legislatura, 44 portano la firma del Governo, una soltanto quella delle Camere; per di più, 25 di esse sono conversioni di decreti legge. Il Governo ha posto in questi 10 mesi 11 volte la questione di fiducia, come quello di Romano Prodi, con la differenza che, rispetto a quest’ultimo, Berlusconi dispone in Parlamento di …