“L’insegnante e il bordello”, di Andrea Bagni
Nel gennaio di quest’anno sala docenti incandescente per l’ennesima esternazione del ministro Brunetta. Gli impiegati pubblici si vergognano di dire ai loro figli che sono impiegati pubblici, che lavorano al catasto o sono insegnanti. Sono fannulloni, parassiti della società, giustamente non dicono niente in famiglia. Dove vai stamani?, boh vado a fare una passeggiata – e invece va a lavorare. Di nascosto timbra il cartellino, firma il registro, attento che nessuno lo veda. Un bel casino. Il ministro ha detto anche che lui la pubblica amministrazione la farà diventare una Ferrari, e qualcuno ha capito esattamente: costerà un patrimonio, consumerà un mare, la useranno in pochissimi. Brunetta poi è uomo “di sinistra” e ha aggiunto che invece un metalmeccanico, un tornitore, si vanta del suo lavoro ed è orgoglioso delle sue competenze. L’etica del lavoro ben fatto vive in lui. Io invece mi domando se sarà mai esistita quest’etica del lavoro, fuori della mente di coloro che non hanno lavorato mai. Avete ma incontrato un operaio che non abbia desiderato garantire ai suoi figli, magari …