L’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera: “Il fallimento non sarebbe solo dell’Università, ma di tutto il sistema-Modena”.
“Un’analisi condivisibile”. Con queste parole Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, commenta la relazione del rettore Aldo Tomasi dopo aver partecipato alle celebrazioni di apertura dell’anno accademico dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
“Già a luglio – spiega la parlamentare del Pd – abbiamo rilevato come i tagli imposti dalla manovra estiva di Tremonti avrebbero portato molti atenei al collasso tra il 2010 e il 2011 a rimetterci sarà anche la nostra università, e gli studenti che dal 2011 potrebbero vedersi aumentate le rette universitarie se il Governo non invertirà direzione”.
L’università di Modena e Reggio Emilia, a quanto dichiarato dal rettore, si troverà infatti in profonda difficoltà finanziaria. “Un fallimento che non sarebbe solo dell’Università, ma di tutto il sistema-Modena, che trae dalla ricerca e dall’investimento sulla conoscenza, l’impulso per la crescita e l’innovazione. Le parole di Tomasi – aggiunge Manuela Ghizzoni – confermano le nostre critiche. Ritengo interessante e apprezzabile la sua proposta di dar vita ad un comitato di indirizzo per fare sistema. Ma enti locali e attori sociali non possono naturalmente surrogare lo Stato nella sua funzione costituzionale di sostegno all’università e alla ricerca”.
“Se questa è pazzia c’è del metodo in essa” dichiara la parlamentare del Pd citando le parole di Polonio nell’Amleto. “Dietro agli spot del Governo che parla di merito e riduzione di sprechi – aggiunge – c’è infatti la logica dei tagli indiscriminati. Le razionalizzazioni fatte nel nostro Ateneo sono invece l’esito di un decreto promulgato dal precedente Governo di centrosinistra che ha interrotto la proliferazione dei corsi di laurea, prevedendo criteri qualitativi precisi per dar vita a nuovi corsi. La Gelmini non ha fatto nulla in questa direzione”.
Secondo l’on. Ghizzoni serve un deciso cambio di rotta: “Davanti alla congiuntura negativa è necessario investire sul sapere. Quando l’onda lunga della crisi sarà passata, solo coloro che hanno potenziato scuola, università e ricerca, potranno competere sullo scenario globale”.