“Il ddl intercettazioni è il pretesto per un attacco frontale alla libertà di stampa, un tentativo del governo di imbavagliare l’informazione”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni interviene nel merito della riforma della legislazione sulle intercettazioni.
“Questo testo mina il sacrosanto diritto ad informare e ad essere informati. E’ infatti impensabile che si voglia vietare la pubblicazione di tutti gli atti di indagine fino al termine dell’udienza preliminare e che si preveda addirittura il carcere per i giornalisti. Se queste norme dovessero diventare legge, i giornali, le televisioni, le radio e anche i siti internet non potranno più scrivere ne’ dell’iscrizione nel registro degli indagati di qualcuno, né di quello che emergerà di volta in volta nel corso delle indagini. Si tratta di un ritorno indietro di 50 anni sul piano dei diritti civili”.
“Queste norme – prosegue Ghizzoni – non piacciano neanche alla maggioranza, come dimostrano i tanti distinguo e le divisioni a cui abbiamo assistito oggi in commissione. Aspettiamo di vedere domani se le critiche che sono state sollevate verranno poi tradotte in un parere negativo al provvedimento. Dubito, ma anche il fatto che oggi i deputati di maggioranza abbiano reagito in questo modo è significativo della validità della nostra opposizione a questo provvedimento che continuiamo a giudicare un violento attacco alla libertà di stampa”.
2 Commenti