A sopresa scatta l’ora dell’ammazzacattedre: i tagli ai docenti li devono fare le scuole, entro domani. Circolare degli uffici regionali nel caos iscrizioni. E la Gelmini manda depliant pro maestro unico.L’ultimo modello di persuasione occulta della Gelmini maestra unica – si potrebbe dire – è la lavagna nana. Basta aprire il depliant del ministero dell’Istruzione in distribuzione nelle scuole elementari d’Italia, per trovarsi di fronte ad una lavagna che quasi si rimpicciolisce sotto gli occhi del genitore che cerca il tempo pieno. Le iscrizioni per le future prime classi sono al via ed ecco il ministero che invia la propria «propaganda» agli istituti per orientare le famiglie. Modello di base a scelta: 24 ore (maestro unico) e 30 ore, scritto col gessetto bianco su una lavagna grande. Mentre il tempo pieno «bollato» come «modello a richiesta» (che la scuola potrà attivare solo in base all’organico) compare invece su una lavagna molto, molto più piccola. A a mo’ di scoraggiamento.
Depliant tautologico E non finisce qui. La Gelmini cerca di convincere le famiglie anche con giochetti linguistici: «In tutti i paesi europei – si legge nel depliant – esiste il modello dell’insegnante unico di riferimento che ha la responsabilità della classe e degli apprendimenti degli alunni». Perché ricorrere ad una tautologia? E perché solo per il maestro unico? Il tutto mentre dagli uffici scolastici regionali, in primis il Lazio, arriva un aut-aut ai direttori e presidi sugli organici del personale docente. Che suona così: «Fate i vostri tagli». Un fai-da-te sull’ammazzacattedre in formato elettronico, con tanto di criteri per la compilazione delle schede e un’imposizione sull’inoltro da tempi da record: il 7 febbraio, domani.
Proprio in questi giorni le scuole stanno raccogliendo le domande dei genitori, i termini per le iscrizioni scadono a fine mese. Non è esclusa una richiesta di tempo pieno più alta rispetto al maestro unico. Ma nel depliant della Gelmini non si parla di potenziamento: «Il tempo pieno – c’è scritto – è confermato almeno nel numero delle classi funzionanti nel 2008/2009». Le scuole hanno quindi un gran da fare e l’imposizione ad ogni scuola di «calcolare automaticamente la propria dotazione organica» con procedure «aritmetiche di calcolo» non è propizia. Invece è scattata l’ora dell’ammazzacattedre, frutto della cura dimagrante imposta da Tremonti sull’istruzione, proprio nel bel mezzo del disorientamento delle famiglie. Ma andiamo con ordine. Iscrizioni. I «tranelli» sui moduli ministeriali sono stati smascherati proprio dai genitori, che si rifiutano di indicare con ordine di preferenza tutte le scelte orarie: 24, 27, 30 e 40 ore. Ma lo spauracchio che a settembre chi ha scelto un modello si trovi invece il figlio con il maestro unico resta in piedi. Giorni di scuole aperte per sciogliere dubbi che non trovano risposte e i dirigenti scolastici sono «assaliti» anche dalle mamme dei bambini che frequentano le altre classi: «Mia figlia andrà in 3°a avrà le stesse maestre»? «Quando ho iscritto mio figlio ho firmato un contratto con la scuola e quindi con il ministero, voglio il mantenimento di quella offerta formativa. Lo metto per iscritto o vado dall’avvocato?».
Tagli, simulazione alle scuole Una doccia fredda la circolare sugli organici del personale docente. Che nessun preside e dirigente si aspettava. E invece proprio a loro tocca fare l’elenco dei prof e maestre che dal prossimo anno non saranno più in cattedra: vuoi perchè supplenti annuali o precari; vuoi perché quelli di ruolo sono troppi e una volta segnalati potrebbero finire impiegati ad altro incarico o a coprire spezzatini di ore in più classi, magari nell’ex modulo. Criteri per il calcolo sulla stima del «contigente» docente a 22 ore e senza compresenze che riguarda non solo il primo ciclo ma anche le superiori, dove invece la controriforma Gelmini partirà solo nel 2010-2011. Eppure anche qui tagli simulati, calcolando le cattedre a 18 ore.
L’Unità, 6 febbraio 2009
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