Giorno: 28 Gennaio 2009

Presentazione di una mozione al decreto anticrisi- Intervento dell’On. Baretta

Signor Presidente, è una buona cosa che il susseguirsi irregolare del calendario dei lavori parlamentari ci consenta di ritornare a parlare delle difficoltà economiche e sociali del nostro Paese anche dopo che la discussione sul decreto anti crisi si è conclusa in entrambi i rami del Parlamento. Il rischio che corriamo, infatti, è che, a causa del succedersi pressante dell’ordine del giorno della Camera, procediamo spediti, di provvedimento in provvedimento, finendo per accantonare, via via, argomenti che mantengono, invece, una priorità straordinaria. La crisi economica che stiamo attraversando è, certamente, in questa fase storica, la priorità del Paese. Essa colpisce ogni giorno di più le famiglie. i lavoratori e le imprese che sono costretti a misurarsi con una emergenza che non ha precedenti recenti. Temiamo, purtroppo, che questa…priorità ci accompagnerà almeno per tutto il 2009 e, da non escludere, per buona parte del 2010. Per fronteggiarla servono coraggio, determinazione e fiducia nelle persone e nel futuro. Non torno, in questa occasione, sull’analisi della crisi se non per dire che si avverte la necessità che su …

“Eluana e il dovere di discuterne”, di Pier Luigi Bersani

Caro Direttore, nella discussione sul drammatico caso Englaro e sul testamento biologico c’è ancora qualcosa di ambiguo e di faticoso, e si capisce perché. Da un secolo ormai la morte è diventata un oggetto filosofico o letterario da corteggiare mentre la morte concreta (il morire) veniva allontanato dal nostro sguardo impaurito e dalla nostra esperienza domestica. Adesso siamo costretti a parlarne perché il morire è stato pressoché totalmente affidato ai moderni servizi sanitari e sociali. Tali servizi agiscono per via di una formalizzazione delle procedure contenuta in norme, in linee guida, in regole di organizzazione, in deontologie. Grande parte della formalizzazione è affidata al legislatore e all’amministratore. Eccoci dunque a fare discussioni che non vorremmo fare. Il nostro problema è: a che cosa deve essere ispirata la formalizzazione? Questa domanda pretende una risposta che venga prima dei quesiti sulle singole norme. Per rispondere, non possiamo ignorare quello che gli storici ci certificano. Fino ad un secolo fa il morire è stato un rito domestico e di vicinato, con il moribondo protagonista, con una trasmissione di …

“Le 27 e le 30 ore sono esche per far cascare i genitori nella trappola delle 24”, di Mario Piemontese

Sia nel Regolamento sulla scuola dell’infanzia e del primo ciclo che nella circolare n. 4/09 sulle iscrizioni, a proposito di scuola primaria oltre alle 24 e 40 ore settimanali si citano, sia per le future prime che per le classi successive, le 27 e le 30 ore. Per le 27 e le 30 ore i riferimenti legislativi sono rispettivamente il comma 1 e il comma 2 dell’art. 7 del decreto legislativo n. 59/04. Le 30 ore sono la somma delle 27 previste dal comma 1 e delle 3 opzionali facoltative previste dal comma 2. Il comma 3 del medesimo articolo prevede che sia le 27 che le 30 non comprendono ore dedicate alla mensa. Per quanto riguarda la mensa bisogna leggere il comma 4 che prevede fino a un “massimo” di 330 ore annue dedicate alla mensa, che in altri termini vuol dire fino a un “massimo” di 10 ore settimanali. Il comma 4 dell’articolo in questione è quello che ha permesso per 4 anni, a partire dall’a.s. 2004/2005 fino all’a.s. 2007/2008, di accumulare perlomeno …

Emergenza sanità: nel 2010 spesa scoperta di 10 miliardi

Tagli agli ospedali pubblici: meno posti letto e più diseguaglianze tra Nord e Sud. Lo Stato si dimentica dei suoi cittadini. Almeno di quelli che una clinica privata non possono proprio permettersela. Nel 2010, infatti, le Regioni saranno costrette a tagliare ospedali pubblici e posti letti. Il perché? Semplice: i fondi stanziati dal governo non saranno sufficienti a pagare i 10 miliardi “scoperti” necessari alla spesa sanitaria. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto ‘Sanità 2008′ curato dal Ceis (Centre for economic and international studies) dell’università Tor Vergata di Roma presentato oggi in una sala del Senato. Lo scenario descritto dallo studio è allarmante: sono circa un milione e 200mila le famiglie che si sono impoverite nel 2006 a causa di spese sanitarie impreviste, la maggior parte delle quali, circa 861mila, hanno ammesso di aver dovuto affrontare “spese catastrofiche”. Una situazione di fronte alla quale il ministero del Welfare tenta una razionalizzazione dell’offerta sanitaria cercando di “liberare risorse – spiega il titolare del dicastero, Maurizio Sacconi – per destinarle ai servizi”, riducendo il numero …