“Lampedusa, girone dei disperati. Le storie dei sopravvissuti al mare”, di Francesco Viviano
“Respira, respira ancora, quindi è viva” dice, Odemije, 22 anni, nigeriano, subito dopo essere uscito dal pronto soccorso di Lampedusa dov’era stato portato per l’”ultimo saluto” alla sua compagna, Vivede, 19 anni, appena intubata e subito dopo trasferita con l’elicottero del 118 a Palermo, dove i medici disperano di salvarla. È in coma, ricoverata in rianimazione, ha ustioni su tutto il corpo ed una sindrome di assideramento gravissima. Sono davvero poche le speranze che possa cavarsela, dopo una settimana in mare aperto senza acqua e senza viveri, per raggiungere Lampedusa. L’”inferno” di Lampedusa dove Odemije è arrivato con la sua compagna ieri mattina con un gommone. Insieme con altri 61 disperati, con i loro racconti dell’orrore: 10 dei loro compagni di viaggio, spiegano, sono morti di stenti e di freddo durante la traversata e buttati in mare dai sopravvissuti. Ma tutti loro, come altre centinaia dei 1900 clandestini che attualmente si trovano nel centro di accoglienza, dormiranno all’aperto. In ripari di fortuna, tende improvvisate con teli leggeri, perché il centro è al collasso. Sporcizia, escrementi, …