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Economia: Industria, cassa integrazione boom: +525%

La crisi schiaccia le imprese. Sacconi: “Ma non ci sono tagli strutturali”

Esplode la cassa integrazione ordinaria. A dicembre è aumenta del 525 per cento rispetto allo stesso mese del 2007. Un’impennata clamorosa, in parte compensata con il calo del 12 per cento della richiesta di cassa integrazione straordinaria. Il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto nell’ultimo mese dell’anno del 110 per cento portando la media dell’intero 2008 a un + 24,56 per cento. I dati sono stati resi noti ieri dal presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, durante la riunione dell’Unità di tutela per l’occupazione, presieduta dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Il governo ha offerto una chiave interpretativa sull’andamento della cassa integrazione per nulla allarmistica. «È un dato relativamente preoccupante», ha detto il ministro Sacconi. «In sostanza – ha sostenuto – esplode la cassa integrazione ordinaria quasi esclusivamente nel settore meccanico, ma questo non vuol dire che le aziende abbiano perso la testa o pensato a un ridimensionamento strutturale. Il dato di dicembre non dà l’idea di un’industria che fugge dalle sue responsabilità o che è intenta a espellere molta forza lavoro. C’è ancora fiducia nel futuro e bisogna incoraggiarla». In pratica le aziende stanno usando la cassa integrazione ordinaria per fronteggiare il calo della domanda e cercare di capire come si svilupperà la crisi, ma non hanno ancora deciso se passare a una fase successiva con il taglio strutturale degli organici. Cosa che avvenne in maniera pesante durante la recessione precedente, quella dei primi anni Novanta, e che costrinse l’industria italiana a riorganizzarsi in profondità. Allora – secondo i dati dell’Inps – cassa ordinaria e straordinaria crebbero in parallelo: in totale vennero autorizzata 550 milioni di ore per trattamenti di integrazione salariale. Nel corso dell’intero 2008, invece, si sono toccate le 223 milioni di ore. E – ha dichiarato il ministro – negli ultimi 28 anni il numero totale delle ore di cassa integrazione è stato inferiore a quello del 2008 solo 5 volte, tra il 1997 e il 2001. Tuttavia la convinzione diffusa tra gli economisti è che la crisi avrà un impatto crescente sull’economia reale nel primo semestre dell’anno che è appena cominciato. In più i dati sulla cassa integrazione non registrano i contratti a tempo determinato che, alla fine dell’anno passato, non sono stati più rinnovati. Anche per questo – secondo l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano (Pd) – «è sconcertante la lentezza del governo a prendere atto della gravità della situazione economica e occupazionale». Sacconi ha confermato le linee del piano di intervento per affrontare la crisi. La cassa integrazione sarà estesa a tutte le tipologie di lavoratori, indipendentemente dal tipo di azienda e dal tipo di contratto di lavoro. Per questa via sarà possibile sperimentare anche la settimana corta sul modello della proposta tedesca. Il fondo per la cassa integrazione in deroga sarà ulteriormente rafforzato (per ora c’è un miliardo), ma soprattutto saranno utilizzate le risorse del Fondo sociale europeo, e per questo servirà un’azione di collaborazione tra il governo centrale e le amministrazione regionali.

Robertop Mania, La Repubblica dell’8 gennaio 2009

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