Anno: 2008

Scuola: On. Ghizzoni “Governo sordo a ogni proposta emendativa”

Roma, 7 ott. (Adnkronos) – “Il Governo e’ assolutamente sordo ad ogni nostra proposta emendativa”. Lo afferma Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd nella commissione Istruzione e Cultura alla Camera, ai microfoni di Ecoradio, a proposito del decreto per la riforma della scuola, aggiungendo che “non ci sono presupposti d’urgenza. A meno che non si abbia l’onesta’ intellettuale di inserire la norma nell’ ambito di quei tagli previsti dal piano di questa estate. Allora bisogna avere il coraggio di dire che non si vuole fare la riforma della scuola ma bisogna mettere in atto i tagli di Tremonti”. “Per la Camera ormai il dado e’ tratto. Non c’e’ stata attenzione -continua il deputato del Pd- alle nostre proposte tese a migliorare il testo. C’e’ un’opposizione nel paese che non si e’ voluta ascoltare. Una fermezza del governo che e’ spocchiosa. E’ un governo molto sordo ad ascoltare le ragioni dell’ opposizione”. “Non bisognava toccare la scuola primaria -conclude Ghizzoni- ma quella tra gli 11 e 16 anni. Li’ si sarebbe potuto lavorare molto per dare maggiore …

La proposta. “Per i redditi medio bassi 100 euro in meno di tasse”

Petrini Roberto Il Pd: urgente anche estendere la l4esima dei pensionati Sei mosse per uscire dalla crisi. E’ toccato a Pierluigi Bersani il compito di illustrare le proposte del Pd per affrontare lo tsunami finanziario e tentare di superare lo stallo congiunturale in cui versa il paese. «Lo Stato protegga i risparmiatori, ma non chi li tradisce», ha tuonato il ministro ombra dell’Economia. «La destra ha aggiunto polemizzando con le nostalgie stataliste del Pdl – è pronta a mettere lo Stato nei luoghi impropri, purché non stia nei suoi. Per la destra lo Stato pu anche fare i panettoni, purché non faccia le regole». A corollario una rievocazione pungente: Tremonti nel 2003 ha ricordato Bersani, voleva «introdurre in Italia il sistema dei mutui americani». Quanto al piano anti-recessione è costruito con proposte di pronto intervento: «E il momento di misure urgenti per stimolare l’economia», ha detto il ministro ombra dell’Economia. La prima emergenza da affrontare è quella dei redditi più bassi: è necessaria, ha osservato nel corso della Conferenza economica del Pd, tenuta ieri a …

“Economia della conoscenza. L’Italia è il fanalino di coda” di Pietro Greco

L’Italia scivola sempre più indietro nella corsa verso l’economia della conoscenza. Non sono solo le regioni meridionali che non ce la fanno. Ad arrancare sono anche le regioni del centro e del nord. Basta leggere il “World Knowledge Competitiveness Index 2008”, il rapporto appena pubblicato dall’università dal Centro per la Competitività Internazionale dell’Università di Cardiff, per rendersene conto. Il documento ha classificato 145 diverse regioni nel mondo sulla base di 19 indicatori che, in qualche modo, misurano la capacità di competere nell’economia fondata sulla produzione di beni e servizi che incorporano volumi crescenti di conoscenza, non solo scientifica. In testa alla classifica ci sono otto regioni americane – l’area californiana di San Josè, la famosa Silicon Valley, è la prima assoluta, seguita dall’area di Boston – c’è una sola regione europea (l’area di Stoccolma) e una regione giapponese (l’area di Tokio). Le regioni italiane classificate sono solo sei. Tutte staccatissime. La prima è la Lombardia: posto numero 96. Seguono il Nord Ovest (100), l’Emilia-Romagna (117), il Nord Est (119), il Lazio (123) e l’Italia centrale …

Scuola, Pd On. Ghizzoni: “fiducia svilisce il parlamento”

Governo e maggioranza non vogliono dialogare con paese “Come ampiamente previsto, il governo ricorrerà al voto di fiducia per approvare il decreto Gelmini. E’ un fatto molto grave, che svilisce il ruolo del parlamento e che conferma quanto il governo e la maggioranza non abbiano alcuna intenzione di dialogare con il paese su un tema così importante e strategico”.  Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, commentando l’imminente richiesta della fiducia del governo sul decreto Gelmini. “Il Pd – prosegue Ghizzoni – si è presentato a tutte le sedute della commissione e dell’aula con spirito costruttivo. Abbiamo illustrato le nostre proposte modificative e migliorative del decreto, ma abbiamo registrato sempre una chiusura a riccio dell’esecutivo. Un irrigidimento del tutto ingiustificato se non per il fatto che questo testo, che tutti si ostinano a chiamare ‘testo Gelmini’, in realtà è stato scritto dal ministro dell’economia che, si presume, non ha autorizzato il ministro Gelmini a modificarne una virgola”. “Il Pd – conclude – ha un giudizio molto severo su un …

News Letter n°1

Deputata della Repubblica Italiana – XVI legislatura circoscrizione Emilia-Romagna    Ottobre 2008  n°2 www.manuelaghizzoni.it C ara amica, caro amico, il decreto Gelmini che ripristina il maestro unico e riduce il tempo scuola a 24 ore settimanali sta per essere convertito in legge. Purtroppo l’ipotesi che il Governo imponesse l’ennesima volta la fiducia si  è confermata una “triste” realtà. La protesta crescente nel Paese e nelle scuole, il dissenso di associazioni e pedagogisti, la battaglia parlamentare condotta dal Partito democratico non hanno trovato ascolto nella maggioranza, che ha respinto anche le misure migliorative che abbiamo proposto. Di seguito troverai il resoconto parlamentare della discussione generale sul provvedimento e gli interventi sul complesso degli emendamenti. Vi troverai anche alcuni interventi e riflessioni sul decreto apparse delle scorse settimane. Sono convinta, come ho già avuto modo di sostenere, che se in democrazia è necessario decidere, non tutto il decisionismo è sempre democratico. E a me appare in pessime condizioni di salute un sistema di potere che si regge solo sulla prepotenza dei numeri e dei voti di fiducia e …

“La penisola della paura dove la tolleranza fa perdere consensi”, di Ilvo Diamanti

Il contagio razzista ha coinvolto l’Italia. Perlomeno: nel linguaggio pubblico. Fino a ieri l’altro era un tabù. Ora, invece, le autorità religiose e politiche ne parlano esplicitamente. Il Papa, il presidente della Repubblica e perfino quello della Camera, Gianfranco Fini. Leader di destra. Perfino il sindaco di Roma, Alemanno, che ha espresso le scuse della città a un cittadino cinese, malmenato nei giorni scorsi da un gruppo di bulletti. Dunque, il tabù si è rotto. Oggi a denunciare il razzismo degli italiani non sono esclusivamente i “soliti noti”. Sinistra radicale, no global, cattolici solidali. Giornali come il Manifesto e Famiglia Cristiana. Ma ciò solleva il rischio opposto. Scivolare dalla drammatizzazione alla banalizzazione. “Allarme siam razzisti?” No, se intendiamo definire, in questo modo, l’orientamento e il comportamento degli italiani. O meglio: il razzismo c’è, in Italia, come nel resto d’Europa. Dove gli episodi di intolleranza sono numerosi e violenti, anche più che da noi. In Gran Bretagna, in Francia, in Germania, in Belgio, in Spagna. D’altronde, l’importanza del fenomeno è sottolineato dai successi elettorali di formazioni …

“La politica dell’odio”, di Luigi Manconi

Tutti lì, nel centrodestra, ad affannarsi e ad arrabattarsi per spiegare che «no, non si tratta di razzismo», che «l’Italia non è un Paese razzista» e che, infine, non si deve definire come intolleranza etnica quello che è nient’altro che un episodio sgradevole (o, nel caso peggiore, criminale). Sullo sfondo, sottile, sottilissima, eppure tanto insidiosa da rischiare di penetrare nel senso comune, una interpretazione che, comunque la si voglia imbellettare, suona così: alla fin fine, se la sono cercata. Attenzione: se considerate puntualmente quest’ultima affermazione, al di là della sua formulazione triviale, vi accorgerete che essa sorregge le impalcature teoriche, proposte come complesse e responsabili, di gran parte delle politiche anti-immigrazione. Queste ultime, ma anche le manifestazioni di intolleranza e di aggressività nelle relazioni tra italiani e stranieri, vengono fatte risalire pressoché esclusivamente a una causa: il numero eccessivo di immigrati presenti nel territorio nazionale. La riduzione di tale numero, comunque ottenuta, dovrebbe determinare l’effetto di contenere la xenofobia e le sue manifestazioni violente. Insomma, basta espellerne e respingerne tanti e ci sarà meno casino …