Luciano D’Alfonso torna libero. Dopo dieci giorni trascorsi agli arresti domiciliari, con l’accusa di avere incassato tangenti, Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, ha infatti disposto la revoca degli arresti domiciliari per il sindaco di Pescara.
“Quello che è avvenuto a Pescara è gravissimo – commenta a caldo il segretario del PD, Walter Veltroni – Esprimo a D’Alfonso che torna pienamente libero la mia soddisfazione. Ma la vicenda ha dentro di sé gravi implicazioni che meritano una riflessione più compiuta che ci riserviamo di fare fin dalle prossime ore”.
Una riflessione invocata anche da Massimo Brutti commissario del Partito Democratico in Abruzzo: “E’ sconcertante che il giudice per le indagini preliminari di Pescara abbia appena nove giorni fa firmato una ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Luciano D’Alfonso sulla base di accuse ed argomentazioni pesantissime, oggi ridimensionate con una nuova ordinanza”.
“Evidentemente – continua Brutti – i recenti interrogatori hanno indotto il magistrato a riconoscere che non vi era necessità degli arresti domiciliari. Ma la prima ordinanza ha prodotto effetti gravi sotto il profilo istituzionale, poiché è stata la premessa dello scioglimento del comune, ed ha turbato fortemente l’opinione pubblica. Questa drammatica altalena si poteva e si doveva evitare. Davvero l’esigenza di evitare l’inquinamento delle prove, dopo che l’inchiesta era già aperta da tempo,rendeva necessario un provvedimento come gli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Pescara? La libertà personale di Luciano D’Alfonso – anche se egli era indagato – meritava un maggiore rispetto. Sono convinto che sarebbe stata giusta una ponderazione maggiore nel decidere.”
“Il ripensamento di oggi non annulla il danno – conclude il commissario PD in Abruzzo – Confidiamo che Luciano D’Alfonso possa uscire indenne dal procedimento e comunque esprimiamo amarezza di fronte a questa drammatica vicenda che ha sconvolto la vita di un cittadino. A maggior ragione, anche per tutelare la credibilità della giustizia è necessario che sui fatti contestati si faccia luce al più presto.”
La critica di Brutti e l’allarme lanciato da Veltroni non escludono, tuttavia, il profondo rispetto che il Partito Democratico mantiene nei confronti dei magistrati che operano nell’inchiesta sulle tangenti che ha portato in manette il sindaco di Pescara. A ricordarlo è il ministro ombra della Giustizia, Lanfranco Tenaglia che aggiunge, intervistato al Tg1 a proposito della imminente scarcerazione del primo cittadino della città abruzzese, come ora sia necessario che gli stessi magistrati “facciano presto chiarezza”.
da www.partitodemocratico.it
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