A Torino la giornata del ricordo delle sette vittime del rogo
Corteo con 5mila persone. Alla messa assente anche Confindustria
Fassino: “Sconcertante la mancanza di sensibilità dell’esecutivo”
ROMA – Si è concluso con un applauso davanti al Palazzo di Giustizia di Torino il corteo in ricordo della strage della Thyssen. Oltre cinquemila persone hanno voluto sfilare dal luogo della tragedia, l’acciaieria dove lo scorso anno sono morti i sette operai, al tribunale dove il 15 gennaio è in programma la prima udienza del processo contro i sei imputati del disastro.
Era la notte del 6 dicembre quando nella linea 5 dello stabilimento torinese della multinazionale tedesca si scatenò l’inferno. Le vittime si chiamavano Antonio Schiavone, 36 anni, Roberto Scola, 32 anni, Angelo Laurino, 43 anni, Bruno Santino, 26 anni, Rocco Marzo, 54 anni, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi, 26 anni.
La messa. Dopo la fiaccolata di ieri sera, stamattina si è tenuto l’omaggio al cimitero. Una messa a cui hanno partecipato i familiari delle vittime, il sindaco di Torino e i presidenti di Regione e Provincia, sindacalisti (tra cui il segretario dell’Ugl Renata Polverini), le rappresentanze della Juve e del Torino e alcuni politici del centrosinistra (Fassino e Damiano). Assente il governo, la Confindustria e l’Unione industriali di Torino. Alla fine della cerimonia un piccolo corteo ha raggiunto le tombe dei sette operai, dove è stata scoperta una lapide che li ricorda.
Il corteo. “Tanta rabbia e una sola parola: assassini, assassini, assassini”. Antonino Santino, papà di Bruno, uno dei sette operai uccisi lo scorso anno dal rogo della ThyssenKrupp di Torino, esprime così il suo dolore ad un anno di distanza dalla tragedia. Ed è lui ad aprire il corteo organizzato per ricordare le vittime delle ThyssenKrupp. Circa cinquemila i partecipanti, molte le bandiere rosse della sinistra (in particolare del Pdci). Presenti anche i ragazzi della “No Gelmini” che stanno ricordando la tragedia della scuola di Rivoli.
In testa al corteo ci sono i familiari di quattro delle sette vittime (Rodinò, De Masi, Santino e Scola) che poco prima dell’inizio della manifestazione sono stati in delegazione all’albero “Totem”, di fronte dello stabilimento da cui è partita la manifestazione, che ricorda gli operai morti. “Non posso pensare che mio fratello sia morto per spegnere un fuoco, per salvare quattro mura e quei macchinari che non funzionavano” dice Laura Rodinò, sorella di Rosario.
Tra i numerosi striscioni anche quello degli studenti anche liceo scientifico Darwin di Rivoli dove qualche settimana fa è morto un giovane 17enne pre il crollo di una controsoffittatura. “Di scuola e di lavoro non si può morire, da Rivoli alla Thyssen per non dimenticare”, recitava la scritta.
La voce dei politici. Alla manifestazione era presente anche Piero Fassino, che ha sfilato accanto ai familiari delle vittime. ”Non dimenticare l’atroce tragedia è non solo un dovere morale, ma un impegno politico. E per questo è sconcertante che nessun rappresentante del governo e della sua maggioranza abbia sentito la sensibilità di essere questa mattina accanto ai familiari delle vittime”.
(Repubblica.it, 6 dicembre 2008)