La Camera ha approvato il decreto del Ministro Tremonti recante misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio. Pubblichiamo la dichiarazione di voto contrario dell’On. Bersani per il Partito Democratico.
“Signor Presidente, cari colleghi, noi non voteremo questo provvedimento, non per ciò che esso contiene (vi sono norme a tutela del risparmio alle quali anche noi abbiamo contribuito), ma per ciò che questo provvedimento non fa in soccorso al lavoro, alle famiglie e alle imprese.
A tal proposito, noi abbiamo proposto emendamenti ed iniziative che voi avete rifiutato e adesso siamo al riassunto: da luglio ad ora il Governo ha adottato tre decreti-legge e ha prodotto una legge finanziaria. In tre decreti-legge e in una legge finanziaria non c’è una sola misura che possa andare incontro alle esigenze poste da questa crisi: nessuna misura né sulle banche né, tanto meno, sui cittadini, le famiglie e le imprese. E questo sarebbe il Governo delle decisioni?
Ricordo che già a luglio pioveva, non faceva bel tempo; gli indicatori riportavano il segno meno davanti e voi non avete trovato di meglio che buttare via qualche miliardo e abbassare drasticamente l’asticella della fedeltà fiscale (a partire dalla tracciabilità dei pagamenti); non avete pensato di meglio che dare botte micidiali a grandi comparti sociali e ad azzoppare il sistema delle autonomie che in questi frangenti è quello più pronto a spendere in investimenti. Tutte misure, queste, che sono totalmente in controtendenza con le esigenze e che non sono state corrette nei decreti-legge successivi.
Adesso siamo ancora lì. Vedo che non si interviene adducendo a motivo l’Europa, e si dice: aspettiamo l’Europa. Ma la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Spagna non hanno aspettato l’Europa. Ci dite che non c’è spazio perché siamo sommersi dal debito: lo sappiamo bene, ci piace che lo ricordiate anche voi che dal 2001 al 2006 lo avete fatto crescere di tre punti. Però, vorremmo dirvi che non si può invocare il debito quando si tratta di mettere due soldi in tasca a chi ne ha bisogno e dimenticarselo quando si parla di proprietari benestanti di Alitalia o di abbassamento della guardia in materia fiscale, che ci costerà qualche miliardo quest’anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ci avete detto, fin qui, che il decreto-legge e la legge finanziaria non sono il luogo giusto per discutere: vorremmo capire dov’è il posto in cui si può discutere di crisi. Io credo che le due verità siano queste: la prima, che intendete ridurre l’intervento sulla crisi a una specie di regalo di Natale; la seconda, che non avete ancora ben chiaro cosa mettere in questo pacco di Natale.
Vorrei allora, a beneficio del Governo (se lo ritiene), riassumere le nostre proposte: qui ci vuole una manovra da un punto di PIL quest’anno e un punto di PIL l’anno prossimo, questa è la nostra opinione. Ci vuole un intervento strutturale e non una tantum su salari, pensioni e stipendi medio-bassi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Ci vuole un intervento consistente sugli ammortizzatori che anticipi la riforma degli ammortizzatori stessi, altrimenti non riusciremo ad andare incontro davvero ai contratti a termine e ai lavoratori della piccola impresa. Occorre che, se si dà un soldo solo alle banche, si mettano delle condizioni sulle rate dei mutui: non serve la rinegoziazione, che non funziona (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), ma un diverso riferimento per le rate dei mutui. Ci vuole un intervento che garantisca l’accesso al credito alle piccole e medie imprese. Ci vuole un intervento che riconsideri tutti i meccanismi di incentivazione del management delle banche. Occorrono sponde per i federconsorzi di garanzia e investimenti, ma non i carri armati di cartone. Smettiamola di prendere i soldi dal FAS per metterli da tutte le parti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Smettiamo di vendere come immediati interventi che partiranno nel 2012 o nel 2013! Qui ci vogliono le anticipazioni della Cassa depositi e prestiti e un elenco di investimenti spendibili domani mattina, che si possono reperire solo in collaborazione con il sistema delle regioni e delle autonomie locali. Infine, occorrono interventi sulle politiche industriali e sull’accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione, non entro nel dettaglio.
Voi ci state dicendo: presentate degli ordini del giorno, che prenderemo su qualcosa. Bontà vostra: vedete un po’ voi cosa volete fare! Noi vi diamo qualche istruzione per l’uso, la diamo a Babbo Natale: in primo luogo, non potete evitare la critica sui tempi e sui ritardi, perché quel che ieri o oggi può essere consumo se si mette un soldo in tasca a qualcuno, domani può essere risparmio e noi abbiamo bisogno di consumo. Bisogna trovare il tempo giusto per tali misure.
In secondo luogo, non inventatevi delle una tantum: ci vogliono interventi strutturali. Soprattutto non inventatevi delle una tantum che valgano la metà di quanto spenderemo per l’Alitalia: non sarebbe accettabile.
In terzo luogo, lo ripeto: non allestite carri armati di cartone (mi riferisco agli investimenti, ma anche ad altro). Non ho capito cosa volete dire a proposito delle tariffe del gas e della luce. Guardate che da dicembre – informiamoci reciprocamente – comincerà a calare in modo consistente la tariffa dell’elettricità e da gennaio quella tariffa del gas. Che cosa volete bloccare? Fatemi capire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Cerchiamo di non lanciare messaggi che sanno più di demagogia che di altro.
Inoltre, non fate un pacchetto di Natale dove pesa di più l’involucro del contenuto! Per favore! Qui ci vogliono dei soldi veri e piuttosto abbondanti, e non si potrà dare la polpa alle banche e l’osso al lavoro, alla famiglia e alle imprese. Questa è la nostra posizione.
Voi dite che ci vuole compatibilità finanziaria, benissimo: si utilizzino i margini di flessibilità che ci sono, non siamo certo degli irresponsabili, per l’amor di Dio. Voglio concludere con il dato politico di fondo. Queste sono le proposte che abbiamo avanzato e queste sono le critiche; però – scusate la citazione poco dotta – diceva Bob Dylan che non è obbligatorio essere meteorologi per capire che tempo fa: nei prossimi sei mesi avremo certamente dei grossi problemi. Allora, la domanda è questa: il Governo, fin qui, ha colto la serietà di questa situazione? Può andare in continuità con quanto ha fatto finora e, come Tremonti ha detto ieri, mantenere la finanziaria, mantenere tutto il resto e andare avanti così? Può lanciare un messaggio al Paese uguale a quello che ha dato finora? Può fare la stessa politica economica? Mi soffermo sul messaggio: ragazzi, in ventiquattro ore siamo passati dalle barzellette sulla crisi, dal vecchio della montagna, all’appello ai liberi e ai forti. Cerchiamo di avere un minimo di misura! Occorre dare un messaggio serio e non ondivago, chiamare a raccolta le forze e uscire dalla leggerezza. Francamente, è necessario che qualcuno dica al Presidente del Consiglio che, per essere ottimista, non c’è mica bisogno di fare cucù: si può essere ottimisti in modo serio e responsabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Fin qui il Governo ha avuto una politica espressiva, aggressiva e divisiva. Ha scelto messaggi simbolici (i fannulloni, il grembiule, l’impronta digitale, il voto in condotta) ed efficaci – certo -, però le cose non sono migliorate e non hanno neanche dato segni labili di miglioramento, né nella pubblica amministrazione né nella scuola.
Per quanto riguarda l’ambito economico è accaduto lo stesso: si sono inviati messaggi espressivi quali la Robin Hood tax, gli 80 miliardi di euro, le divagazioni culturali: siamo passati da Augusta fino in Vestfalia, abbiamo girato per Eliogabalo, siamo passati per Adriano e poi siamo andati all’economia sociale di mercato; adesso si scoprirà il dictatus papae, secondo me, da qui a un paio di settimane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Abbiamo fatto girare dei palloni, ma dov’è la sostanza di questa politica? Ecco il punto! Cari colleghi, abbiamo una piattaforma e saremo vicini alla gente che patisce questa crisi con le nostre proposte e con la nostra piattaforma. Se questa potrà essere gestita in confronto o in conflitto lo deciderete voi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro – Congratulazioni).”