Riportiamo queste note di Alberto Allegretti, vicesindaco con delega per Economia, Lavoro, Finanze e Bilancio del Comune di Carpi, sull’attuale crisi economica.
Segnali di difficoltà si percepivano fin dallo scorso anno – erano previsti per il 2008 e 2009 ritmi di crescita ridotti – ma una recessione come questa nessuna l’avrebbe immaginata. È globale, ha coinvolto dapprima il sistema finanziario e bancario americano, al quale, tranne qualche eccezione, sono state date enormi garanzie di sostegno, per poi travolgere l’economia reale.
Un esempio di rilevanza mondiale per tutti: le difficoltà del settore auto in Usa e in Europa.
Il settembre 2008 entrerà nella storia ed è paragonabile al crollo di Wall Street del 1929 o alla caduta del muro di Berlino per gli effetti che provocherà.
In ogni caso è cambiato il mondo, ed è doveroso per la politica, la finanza e l’economia ‘riscrivere tutte le agende’.
Qualche Paese ha preso provvedimenti rapidi e tempestivi, impiegando risorse colossali; le Banche centrali hanno immesso liquidità enormi per salvare il sistema del credito in modo tale da sostenere anche le imprese; l’Unione Europea si è mossa bene nelle prime settimane, ma ha lasciato che prevalesse la logica nazionale e non ha sempre coordinato gli interventi dei singoli stati.
L’Italia non ha dato l’impressione di avere un ruolo forte e decisivo nella definizione di indispensabili politiche europee. Ancora oggi, a due mesi dall’inizio della crisi, non conosciamo quali cifre prevedano i provvedimenti del Governo Berlusconi per il sostegno alle banche; e anche per il piano per imprese e famiglie, annunciato da settimane, non è dato sapere chi ne potrà beneficiare e per quale entità . Si sta perdendo troppo tempo, la situazione peggiora. Tutte le analisi concordano sulla gravità e la dimensione della crisi.
Anche il nostro territorio ovviamente registra pesanti difficoltà. Molte imprese hanno bloccato l’attività, mancano commesse per i prossimi mesi, cresce la richiesta di cassa integrazione, si allungheranno di molto le ferie del ponte natalizio.
Si prevede un 2009 davvero complicato, e non soffre solo il settore moda, che paradossalmente è forse più abituato ad affrontare fasi cicliche di difficoltà.
Ci sono grossi problemi nel comparto meccanico, nel manifatturiero, nell’edilizia ed anche il commercio segnala la cessazione di molte attività.
Occorrono da subito interventi straordinari per il sostegno alle imprese e al reddito delle famiglie. Dovranno essere per tutti, adattabili anche a realtà di piccole imprese e di lavoratori autonomi come le nostre. Questo territorio, attraverso i suoi rappresentanti istituzionali e associativi, deve farsi sentire per ottenere risposte concrete e immediate.
Pur nelle crescenti difficoltà per la definizione dei bilanci comunali, le amministrazioni locali fanno la loro parte nel tenere alta l’offerta sociale. Ma si può fare di più, facendo crescere la sinergia con realtà di privato sociale e di volontariato che si occupano di tutela delle fasce deboli e servizi alla persona, e rendendo operativa e più efficace l’azione di sussidiarietà tra pubblico e società civile.
È lo Stato in modo particolare che deve trovare risorse per il sistema economico. Gli strumenti devono riguardare l’accesso al credito, la richiesta di liquidità attraverso la detassazione degli utili reinvestiti, il contributo ai consorzi fidi e alle cooperative di garanzia, velocizzando i tempi di pagamento della pubblica amministrazione per crediti fiscali.
Servono misure ad hoc anche per i distretti e non solo per la grande impresa; l’incentivo alla ‘rottamazione’ potrebbe essere una modalità da allargare a settori come quello della moda.
Le famiglie soffrono molto sul fronte del reddito, e allora bisogna intervenire sui mutui per la prima casa, ormai troppo onerosi e a rischio insolvenza. Servono azioni di sostegno a tutti i redditi, a partire dai lavoratori precari e di piccole imprese, che non sono tutelati dal cassa integrazione o da indennità adeguate di mobilità e disoccupazione.
Vogliamo ricordare che ai lavoratori Alitalia sono stati promessi sette anni tra CIG e mobilità. Un dipendente artigiano o un ragazzo in co.co.co. ha forse diritti diversi? La detassazione delle tredicesime è un’altra richiesta utile da mettere in campo da subito.
Un’ultima riflessione è sul ruolo della politica e dell’intervento pubblico nell’economia. Si assiste ad un dibattito surreale, ad una serie di riflessioni sconcertanti. I liberisti sono divenuti ‘interventisti keynesiani’, i riformisti scelgono un profilo troppo silenzioso. Domina il pensiero di Giulio Tremonti, ormai convertito al Colbertismo, e fautore di lezioni etiche sul ruolo delle economia e delle imprese. Val la pena però ricordare al ministro dell’economia e ai suoi tanti seguaci, la sua continua sollecitazione alla finanza ‘creativa’ e la bella proposta di far ipotecare la casa agli anziani per procurare loro liquidità. Erano idee di pochi anni fa, non del 1929.
Carpi, 22 novembre 2008
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