La manovra triennale riduce tutte le missioni di spesa. Rispetto al 2008 il fondo per il diritto allo studio – cioè per i prestiti d’onore e le borse di studio – perde il 60% della sua dotazione iniziale. Giulio Tremonti ha imposto all’Università e alla scuola una dieta molto rigida. Buona parte delle «calorie» ridotte agli atenei sono servite ad alimentare il decreto Ici e quello Alitalia. In buona sostanza: nulla di sociale. Molto di propagandistico. D’altronde, erano promesse elettorali. E il ministro di punta, quello che aziona le leve della finanza, ha eseguito perfettamente. Più tardi ci si è messa anche la crisi internazionale. Persino il decreto salva-banche ipotizza ulteriori tagli a Università e ricerca in caso di fallimento degli istituti. È solo una delle tante ipotesi (l’elenco dei tagli – solo ipotetici per ora – è lungo), ma Tremonti non si è lasciato scappare le voci «Università e ricerca».
Dalle elaborazioni dei numeri di bilancio condotte dal servizio studi della Camera e dal Sole 24 Ore emergono cifre molto pesanti. I tagli più consistenti li subisce il Fondo per il finanziamento ordinario delle università, per il funzionamento degli atenei, le spese di professori, ricercatori e personale non docente e per l’ordinaria manutenzione delle strutture universitarie e della ricerca scientifica. La sforbiciata parte da un taglio di 702 milioni di euro nel 2010 e arriva a 835 l’anno dopo. «Tutta colpa dei tagli alla tabella C della Finanziaria, legati, a partire dal 2010, alla riduzione lineare del 6,85% degli stanziamenti – si legge sul Sole 24Ore – in ossequio al decreto Ici e a una ulteriore riduzione lineare di 30 milioni di euro imposta dal decreto Alitalia». In questo caso pagano anche le università non statali, che mettono sul piatto circa 60 milioni di euro.
Oltre ai tagli della manovra, ci sono anche le riduzioni delle varie missioni di spesa. La voce «istruzione universitaria» cala da una dotazione di oltre 8 miliardi e mezzo nel 2009, a circa 7 miliardi nel 2011. Ma le riduzioni più forti si concentrano nel programma sistema universitario e formazione post-universitaria, che scende verticalmente da poco più di 8 miliardi di euro a 6,4 miliardi nel 2011: un miliardo e 600 milioni in meno.
Va malissimo anche per i fondi per il diritto allo studio, cioè borse di studio, formazione post-universitaria, prestiti d’onore e contributi per gli alloggi. Rispetto alle previsioni del 2008 (cioè la finanziaria del vecchio governo) il fondo diminuirà del 60%. Più che dimezzato.
L’Unità, 3 novembre 2008